La stagione 2015/2016 della Serie A TIM si è conclusa da poco e i suoi verdetti finali sono stati oramai spietatamente emessi. Al netto dei record di Gonzalo Higuain (36 goal in Serie A, mai nessuno nella storia come lui), del bel calcio offerto dalla squadra allenata da Maurizio Sarri e del piazzamento in campionato coronato dal record di punti del club azzurro (82, superati i precedenti record di Walter Mazzarri e Rafa Benitez), è necessario ora fermarsi ad analizzare quali siano stati i veri punti di forza dei partenopei quest’anno e provare ad andare a fondo su quelli che sono i risultati prodotti dal 4-3-3 perché se i numeri non spiegano tutto, sicuramente offrono un approccio scientifico a quella che è la materia calcistica.
Possiamo annoverare tra le principali caratteristiche del gioco di Sarri sicuramente l’elevata percentuale di possesso palla, l’altezza della linea difensiva e l’elevato numero di occasioni create per partita, quello che vogliamo capire è se quanto si è visto ha effettivamente inciso sul campionato azzurro e soprattutto in rapporto alle principali contendenti ovvero la Roma e la Juventus. Nessun dubbio sul dominio del campo che il Napoli ha confermato lungo tutta la stagione, ha infatti il primato per la media possesso palla di oltre 31 minuti insieme con la Fiorentina (a onor del vero i viola hanno una media di sei secondi superiore), un possesso palla assolutamente non sterile bensì votato all’attacco e alla pressione costante sull’avversario come confermano le cifre assolutamente invidiabili degli azzurri da questo punto di vista. Con ben 1087 azioni d’attacco e 256 tiri in porta il club di De Laurentiis stacca nettamente la concorrenza di Juventus (241 tiri in porta e 869 azioni d’attacco) e Roma (237 tiri in porta e 899 azioni d’attacco) a dimostrazione di un calcio votato alla fase offensiva, il recupero palla rapido dovuto alla particolare pressione alta offerta poi da Albiol e Koulibaly durante tutto l’anno ha inoltre favorito non solo il possesso palla ma anche la possibilità di ridurre il numero di falli commessi e quindi dei cartellini. Il Napoli infatti è la squadra più corretta della Serie A con “soli” 414 falli commessi, cifre irrisorie se consideriamo i 548 falli dei bianconeri e i 493 dei capitolini, un fattore che ha positivamente impattato sull’intero campionato riducendo sensibilmente il numero degli squalificati basti pensare che i partenopei non hanno mai ricevuto un cartellino rosso diretto e le uniche due espulsioni sono state quelle di Jorginho e Higuain per doppia ammonizione. Sono stati 69 i gialli totalizzati dai “nostri” calciatori, il record negativo va a Kalidou Koulibaly con 11 gialli mentre svetta il capitano Marek Hamsik, il numero 17 non ha mai ricevuto una sanzione disciplinare che non fosse il semplice richiamo verbale.
Concludiamo inserendo qualche statistica individuale per mettere in risalto chi ha fatto la differenza in campo contribuendo in maniera decisiva al raggiungimento del secondo posto. Il primo posto va sicuramente attribuito a Gonzalo Higuain: 36 reti in 35 match, 146 tiri e 135 azioni da goal in campionato sono solo il contorno di quella che è stata una stagione da incorniciare per l’argentino. A seguire non si può non segnalare quello che ha fatto Lorenzo Insigne che sembra aver finalmente raggiunto la maturazione come i numeri importanti di questa stagione confermano: 12 goal (suo record personale in Serie A) e 10 assist; oppure le cifre da assoluto leader di Jorginho che non solo ha il record di passaggi effettuati dell’intera Serie A TIM ma domina anche per quanto riguarda la precisione (91% dopo di lui Marek Hamsik e Raul Albiol a conferma della qualità del calcio offerto da Sarri). Concludiamo annoverando gli stakanovisti azzurri, ad esclusione di Pepe Reina “fermo” tra i pali: i due giocatori con il maggior numero di minuti nella gambe Elseid Hysaj con 3441 minuti giocati in 37 gare e Raul Albiol con 3408 minuti in 36 match, dati assolutamente importanti per dare la misura della qualità della preparazione atletica dei nostri calciatori. I napoletani infatti hanno una media di minuti giocati solitamente superiore a quella delle altre due grandi italiane, nessuno ad esempio raggiunge queste cifre nella Juventus dove il record appartiene a Paul Pogba con 3184 minuti in 35 gare mentre nella Roma c’è solo Manolas oltre i 3200 minuti (3300 in 37 partite).
In conclusione la stagione azzurra è stata positiva non solamente per il piazzamento che garantisce l’accesso alla fase a gironi della Champions League (e ai suoi fondi) ma soprattutto perché i dati indicano che la squadra è stata sempre fisicamente al top, proponendo gioco aggressivo e spettacolare e, cosa fondamentale, rendendosi sempre pericolosa.
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