Tanto rumore per nulla…

Rinnovo sì, rinnovo no. Resta, non resta. Ma Sarri quando firmerà con il Napoli? Mesi di polemiche, chiacchiere sterili. Le ferite lasciate recentemente da Mazzarri prima e Benitez poi, fanno ancora male. Quel contratto in scadenza e nel limbo fino all’ultimo secondo. Poi l’addio ed un pizzico di delusione, nonostante i pro e i contro.

Dallo scorso aprile la piazza partenopea è stata avvolta dalla stessa tensione. Un’annata straordinaria ed il terrore di perdere il condottiero assoluto (ed inaspettato) della squadra azzurra. Una paura comprensibile, ma fine a se stessa. E soprattutto ossessiva. Il tecnico toscano lo sapeva sin dall’inizio: era tutto nelle mani della società. E quando De Laurentiis, subito dopo la vittoria con il Frosinone e la festa Champions, nel ventre del San Paolo aveva annunciato: “Adesso sono c… tuoi, perché dovrai farli giocare tutti e 19 i calciatori dell’anno prossimo”, era chiaro che il futuro era già stato scritto. Nei modi e nei tempi del patron del Napoli. Ovviamente. E per un semplice motivo: l’opzione (a favore del club) di rinnovo da esercitare automaticamente entro la fine di maggio.

sarri de laurentiis

Dopo un campionato del genere cosa avrebbe spinto De Laurentiis a decidere diversamente? E quali difficoltà avrebbe potuto creare a Sarri la permanenza sotto l’ombra del Vesuvio, ancora incredulo per la qualificazione in Champions e alla sua prima esperienza da top manager?

L’unico punto controverso, come noto, era la clausola automatica. Un dettaglio spigoloso, ma non imposto. Una scelta accettata dall’ex allenatore dell’Empoli quando il suo potere contrattuale (e mediatico) era ancora debole . “Non era un atto dovuto farmi questo regalo “, ha precisato Sarri. Non parole di circostanza, la pura verità. Il contratto è l’accordo tra due (o più) parti, mica una costrizione. Se qualcosa cambia in corso d’opera, però, può essere rivisto. O meglio, così dovrebbero fare due persone che si stimano e puntano alla stessa meta. Loro lo sanno e così è stato: era la decisione da prendere per il bene di tutti. Per Sarri, perché meritava un riconoscimento per quanto fatto (e non richiesto ad inizio anno). Per De Laurentiis, che sa benissimo – e non stiamo qui a spiegarglielo – quanto sia importante creare le condizioni adatte per far rendere al meglio un suo dipendente. Per il futuro, perché bisognava far tornare la serenità e cominciare a riprogrammare una stagione ancora più importante.

Ciò che resta, però, è l’amarezza per un ambiente ancora fragile, vulnerabile, confusionario. Piccolo. Troppe voci, sempre terze rispetto alle parti, nessuno a smorzare i toni. Tutto lasciato al caso (caos). Serve crescere, da parte di tutti.

Finisce la diatriba Sarri, ora si comincerà con Higuain?

Andrea Gagliotti

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