Un’escalation di odio, il rispetto che scompare lasciando spazio alla violenza più bieca, quella più infida. Quella dei gesti, il rancore che si manifesta in una lapide oltraggiata, brutalizzata, manifestando il disprezzo per la memoria.
Circa una settimana fa una lapide era stata deposta a Tor di Quinto, quartiere romano tristemente giunto alle cronache per gli accadimenti nefasti del 3 maggio del 2014. Un meraviglioso gesto di ignoti apprezzato a dismisura, in particolar modo dai famigliari di Ciro Esposito e dall’Associazione Ciro Vive. (LEGGI QUI)
Un gesto, purtroppo, rispettato per poco meno di una settimana, balordi armati di vernice rossa a schernire il ricordo e manifestare disprezzo verso il gesto di chi, vivendo agli antipodi, era mosso esclusivamente dalla bontà d’animo rifuggendo persino dai riflettori, preferendo l’anonimato. Un nuovo capitolo di una storia orrenda, lontana anni luce dai valori non solo dello sport, ma dell’umanità tutta, che la condanna di 26 anni in primo grado a De Santis non ha di certo concluso.
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Fonte foto: Facebook di Massimiliano Alvino