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Da quando il calcio è dominato dai procuratori, esiste una sola fede: i soldi!

Procuratori, agenti, intermediari: ormai il calcio moderno è dominato da queste figure che spostano soldi ogni anno, ogni mese. Destabilizzano ambienti e dirigenze, sempre e solo per continuare a sacrificarsi al Dio Denaro. E i calciatori? Sottomessi a queste logiche (volute, forse, anche da loro stessi), non ci fanno di certo bella figura. Altro che diritti d’immagine…. È questione d’immagine!

Questa malsana abitudine dei procuratori di venire a bussare soldi ogni anno deve finire, e De Laurentiis vuole che finisca. Basta fare una stagione buona/buonissima per dare un motivo agli agenti per chiedere aumenti di ingaggio al club di appartenenza. Ma questo significa, innanzitutto, non rispettare i tifosi che, con sacrifici economici, seguono la propria fede calcistica (quella VERA) e la propria squadra. E significa anche non rispettare il contratto precedentemente firmato (e quindi accettato).  Cosa dovrebbero fare dirigenze e presidenti quando succede l’opposto, ovvero quando il calciatore disputa una stagione affannosa o, addirittura, da dimenticare? Bussare alla porta dei procuratori-agenti-fratelli-amici-padri-intermediari e chiedere una riduzione dell’ingaggio? Anche in quel caso significherebbe non rispettare l’accordo. Non sarebbe giusto. O forse sì?

NELLO SPECIFICO, KOULIBALY E HIGUAIN – C’è da fare una premessa: questi due calciatori qui, che hanno costituito l’assetto centrale del Napoli nella stagione da poco terminata, meriterebbero ritocco di ingaggio e prolungamento: questo è poco, ma sicuro. Ma da qui a rilasciare dichiarazioni di rottura totale ce ne passa. Si dovrebbe, allora, ricordare ai due calciatori azzurri cosa succedeva qualche stagione fa. Uno svirgolava palloni a gogo (vedi contro il Torino a marzo 2015), l’altro sbagliava rigori decisivi, sbraitava, urlava, e litigava con tutti. Ok, c’è stata una grossa crescita da parte di entrambi. Ok, questa è stata una stagione da incorniciare per entrambi. Ma certi problemi ci sono sempre stati, sia da un punto di vista di mancanza di strutture che di investimenti tecnico-tattici. E allora perché si viene fuori proprio ora? Perché lo si fa sempre e solo dopo un’annata straordinaria?

ALTRO CHE PROMESSE NON MANTENUTE: COMANDANO I SOLDI – Bisognerebbe chiedersi: le dichiarazioni di Nicolas Higuain arrivano solo per (eventuali) promesse non mantenute? Basterebbe tutto ciò a far scatenare l’ira del fratello-procuratore del Pipita? La risposta, tendenzialmente, va verso il “no”. Comandano i soldi e, nello specifico, quelli dei grandi club europei. Comandano per due motivi e in due direzioni completamente opposte: 1) nel ricoprire d’oro l’attaccante argentino; 2) nel pagare il meno possibile per il cartellino del calciatore. Ci sono tanti club importanti dietro Gonzalo, e quasi nessuno di questi club sembra disposto a saldare interamente la clausola. Ecco che allora ci si fionda sul procuratore del calciatore, garantendogli tanti, tantissimi soldi, promettendogli trofei, assicurandogli la centralità nel progetto. Eppure, la clausola c’è. E va pagata. Anzi, non più: da dopodomani il prezzo lo decide il Napoli. Ma se non si è disposti a pagare il prezzo fissato dal club partenopeo, cari Higuain (Nicolas e Gonzalo), siete davvero sicuri di essere tanto desiderati e voluti dai top club europei?

Intanto, il Napoli fa sapere (almeno secondi i colleghi di Repubblica) di non voler rispondere ai procuratori. La tempesta è appena iniziata. La risposta di De Laurentiis non si farà attendere, e quasi certamente non sarà il raggio di sole sperato. Ma una cosa è certa: questa malsana abitudine dei procuratori di venire a bussare soldi ogni anno deve finire.

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Nappo Salvatore (facebook.com/salvatore.nappo.967)

Articolo modificato 30 Giu 2016 - 01:22

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