Dimaro, Val di Sole, Trentino-Alto Adige. È il venticinque luglio, siamo all’Hotel Rosatti, quartier generale del Napoli: il campionato è più che mai vicino ma seduti sul divanetto ci sono due uomini: esistono solo loro e nessun altro. Si guardano, si scrutano, fremono dalla voglia di parlarsi. Ne è passato di tempo dal quindici maggio, nel mentre un sacco di parole, parecchie anche forti. Speculazioni, dubbi, controversie. È il tempo del faccia a faccia: atteso a lungo, finalmente è giunto il momento. Anche il personale dell’albergo capisce il momento e si allontana. Né occhi né orecchie, l’attimo è sacro e lo sanno tutti. O la va o la spacca, il futuro si decide in questi minuti.
Maurizio Sarri si toglie gli occhiali ed accende la solita sigaretta: è mezzanotte, ma che importa. Comincia lui. Di fronte il Pipita, Gonzalo Higuain: “Gonza’, ma che hai combinato? Te trovo allampana’o (molto magro, ndr). Ma che hai combinato?” – esordisce così, con il suo fare schietto e diretto. Gonzalo rompe il silenzio, parla, sa che può farlo, senza peli sulla lingua. Come se di fronte avesse il padre e, calcisticamente, forse è così: “Nada, mister, pensavo de tenerme en forma por la temporada …”. Sorride, Maurizio. E replica subito: “Ha’ fatto bene, ‘n campione fa così sempre. Ma dimmi una cosa: ‘llora, ‘he’é successo ‘n tutto ‘sto tempo?”.
Un attimo di silenzio, un sorso d’acqua, si continua: “Nada, Mister, lei sa che se habla mucho ma yo soy aqui…”. “Ma sei qui, che significa? Un l’è tempo dei ma, Pipa…”. “Mister, il proximo año tengo trenta, voglio vincere, volevo qui ma…”. “Ma ancora ‘na volta, Gonza’? ‘Un ha’ ‘apito ‘he qui ha’ già vinto? Che tu fai, to scordi? Te ne v’oi andà veramente, co le mani vote? V’oi lascià veramente tutto ‘uesto? E ‘n giorno all’improvviso te ne scordi ‘osí?. “Non me dimentico, non me dimentico nada Mister…”.
“Un mi sembra! – replica Sarri con un tono di voce più che alto – anzi, sei te che ti sei dimenti’ato dell’anno scorso, te lo sei dimenti’ato ‘he s’é fatto? Resta, ‘uest’anno p’ò succedé davvero ‘on te…“. Tre secondi di silenzio ed il Pipita replica: “Qué, Mister?”. ‘Uella ‘osa ‘he ‘un di’o mai – riferendosi allo scudetto – e sai perché, perché qui a Napoli i soldi ‘ontanto, ma ‘un son la prima ‘osa. I ‘ampioni anche, ‘ui si vince cor’ cuore e coll’anima. E te lo sai, te lo leggo nell’occhi. Lo sai, lo sai ‘he se succede ‘ua te diventi la storia, il re di Napoli…I soldi so importanti, lo so. Ma ci son cose più ‘mportanti. E lo sappiamo ‘he qui c’é quarcosa ‘he vale molto di piú. La gente, il popolo, lo stadio, il più bello del mondo. Gonza’, se tu resti, qua succede il finimondo…”.
Le sigarette fumate non si contano più. Higuain guarda Sarri con ammirazione. Sorride, resta in silenzio. Sta pensando a qualcosa, anche se è notte fonda ed è quasi tempo di andare a riposare. Dopotutto il giorno dopo si sgobba. Ma fermi un attimo, Sarri non ha finito: “Abbracciamoci ora – grida – ‘ome sai te, ‘ome si sa noi….“. Si abbracciano, le risposte ai dubbi del Pipita sono tutte qui. Si salutano, domani è un altro giorno ma Higuain non dorme, la sua è una notte di pensieri profondi. E azzurri, sì, proprio azzurri.
Noi di SpazioNapoli.it abbiamo immaginato così, con semplicità, quello che potrebbe accadere, si spera, a Dimaro nei prossimi giorni. Un faccia a faccia che potrebbe risolvere ogni questione e spazzare via ogni dubbio. Sogno? Realtà? Noi l’abbiamo immaginata così. Solo il tempo darà le risposte ad interrogativi che, ad oggi, lasciano ancora col fiato sospeso tutti i tifosi azzurri. Intanto ci piace pensare che le cose andranno veramente così. Cronaca di un romantico dialogo tra due romantici interpreti del calcio, chi in panchina, chi sul rettangolo di gioco. Sarri è già lì, da un po’, e siamo sicuri avrà tanto da dire al suo pupillo. Aspettando Higuain, ancora.
Gennaro Donnarumma
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Articolo modificato 22 Lug 2016 - 10:48