Morto un Papa se ne fa sempre un altro. Dura lex, sed lex: storie e cronistorie di un calcio che regala emozioni, gioie ma anche dolori e inguaribili colpi al cuore. Si inquadra in questa ottica il sempre più probabile passaggio di Higuain alla Juventus. Oramai ci siamo, giro di boa, la Vecchia Signora è pronta al “grande affronto” al Napoli che, nel frattempo, aspetta, perché altro non può fare. Poi c’è la città di Napoli che è in fermento, sull’orlo della sommossa popolare calcistica. Come biasimare, d’altronde, tifosi che nel Pipita non solo avevano creduto, ma sperato, confidato, raggiungendo limiti d’amore toccati in rarissime occasioni, forse una sola volta, con Diego Maradona.
Ma, allo stesso tempo, come biasimare la società che, vendendo il Pipita, avrebbe novantaquattro milioni di motivi per gioire? Semplice: non si può e l’affare è ad esclusivo vantaggio del Napoli, se nelle prossime ore arrivasse l’ufficialità che renderebbe, de facto, Higuain nuovo calciatore bianconero. Al di là della coerenza, imponderabile elemento nel calcio moderno, la società partenopea avrà un vantaggio niente male. Primo tra tutti: la prima in classifica, la Juventus campione d’Italia, dà nelle casse dei primi pretendenti al titolo quasi cento milioni di euro. Una cifra che farebbe gongolare chiunque e che può tornare utile al Napoli in ottica mercato: investire per costruire, unico diktat possibile in questa situazione. E non solo su calciatori ma anche su strutture, in primis sullo stadio. Insomma, un tesoretto niente male. Si cede un giocatore decisivo, fortissimo, recordman in Serie A, ma vicino ai trent’anni e invendibile, a certe cifre, tra un anno o due perché diciamocelo, la fase calante di Higuain sarebbe comunque cominciata e comincerà, magari non quest’anno, ma nei prossimi, a Napoli come a Torino.
Ancora mercato: perché con i soldi del Pipita si sblocca definitivamente e il Napoli avrà denaro cash da spendere per rimpiazzare l’argentino e rendere ancora più competitiva la rosa che è vero, perderà la sua punta di diamante, ma è pronta ad accogliere nuovi interpreti, giovani e non solo. L’acquisto in avanti di uno tra Carlos Bacca e Mauro Icardi, con la permanenza di Manolo Gabbiadini, renderebbe completo l’attacco azzurro. Due centrocampisti e magari un investimento o due in difesa, considerando anche la necessità di un portiere che sia più che una semplice riserva di Reina. Insomma, l’insegnamento viene proprio dalla rivale Juventus che, con la cessione monstre di Zidane, riuscì a infoltire la rosa con campioni che poi avrebbero lasciato il segno in Italia e non solo. Ora però la palla passa nelle mani del presidente De Laurentiis, l’unico che in dodici anni, alla lunga, da cessioni ed acquisti, ha sempre avuto ragione, riuscendo a sopperire ad ogni mancanza e a far sì che il Napoli si confermasse sempre su ottimi livelli. Bisogna avere fiducia nel patron, che ha garantito agli azzurri sempre le prime postazioni negli ultimi anni ma un appello va lanciato ugualmente: Presidente, investa perché, mai come questa volta, il momento (ed il tesoretto) è propizio. Ora o mai più, costruire un grande Napoli sotto tutti i punti di vista, senza sperperare i soldi ma, per l’appunto, investirli. L’unica chiave per ridurre ulteriormente un gap che rischierebbe di aumentare in maniera esponenziale.
Gennaro Donnarumma
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