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“Non ci può essere progresso se le persone non hanno fiducia nel domani”. Una frase letta quasi per caso in un piovoso e dunque insolito pomeriggio di luglio caratterizza l’intera estate dei tifosi napoletani. L’ha detta John Kennedy, eh, mica uno qualsiasi! Fiducia nel domani, questa sconosciuta. Perché a Napoli prevale la malsana abitudine di piangersi addosso, di guardare con nostalgia il passato per farlo rivivere, quasi come se contenesse il bene più assoluto.

Il passato torna quasi a beffeggiare il presente, s’insinua nei cuori dei tifosi napoletani per insidiarne la serenità e intaccarne la fiducia nella squadra. Il passato, in questo caso, ha il volto di Gonzalo Higuain, celebrato e osannato fino all’altro ieri, giorno del suo virtuale passaggio alla Juve. Ieri, appunto. Non oggi e neppure domani: il passato, quello inafferrabile che si può solo rimembrare senza toccare. Vano, in tal senso. E allora non è meglio focalizzarsi su quel che resta, sul presente? Perché l’altro ieri è andato in scena l‘Higuain-day, con i social e l’etere in generale scatenati sul “trasferimento dell’anno”. Nel frattempo, a Trento andavano in campo undici ragazzi in maglia azzurra, passati completamente inosservati. Sarà sì calcio d’estate, ma è sempre calcio, il nutrimento primario del popolo partenopeo. La sensazione è che si sia persa in questi giorni la concezione primaria di questo gioco: il campo, l’arbitro dei destini delle squadre, più delle speculazioni, più del calciomercato.

E a Dimaro, provincia di Napoli, ci sono 23 ragazzi che in campo stanno dando l’anima. Perché la stagione incombe e il feeling con il terreno da gioco va ritrovato. Niente Higuain, niente passerelle, niente palcoscenici elitari, niente riflettori. Solo tanto lavoro, passione, impegno e feeling con i tifosi. Chiedete a Lorenzo Tonelli, che si è calato alla perfezione nella sua nuova realtà: saluta, dispensa sorrisi e autografi, posa nelle fotografie e le pubblica sul proprio profilo Twitter. Dove – a proposito – troneggia già l’hashtag #ForzaNapoliSempre. E’ arrivato il momento di deporre le armi dei social contro Higuain, di cessare le contestazioni alla società e di incitare i ragazzi che lottano a Dimaro. Perché il Napoli riparte dalle urla e dalla sigaretta di Sarri, dall’attaccamento di Hamsik, dalla napoletanità ereditaria di Insigne e da quella acquisita di Reina (al momento in Spagna). Riparte dai calciatori che scenderanno in campo con l’azzurro addosso, quasi come una seconda pelle. Il Napoli come squadra rischia di vivere la preparazione pre-campionato in modo confusionario, senza la serenità necessaria, quella che sarebbe logica conseguenza dopo una stagione da Champions. I tifosi rischiano di restare bloccati nel passato senza inquadrare la stagione che incombe e senza dispensare il giusto supporto ai calciatori. L’amichevole con il Trento è passata quasi inosservata, a quella con l’Entella probabilmente toccherà lo stesso inetto destino. 

Il tutto in nome della Higuain-mania. Ma il passato è appunto tale e i tradimenti consumati restano. L’importante è uscirne in fretta, dimostrando la superiorità necessaria per andare avanti e l’attaccamento alla squadra. “Solo la maglia” è il motto che sta spopolando sui social e tra i tifosi. La maglia azzurra, quella che indossano i calciatori a Dimaro. Quella che, purtroppo, non indosserà più Gonzalo Higuain: è ora di farsene una ragione. Entella, Nizza, Monaco ed Herta Berlino prima dell’inizio del campionato in quel di Pescara: è arrivato il momento, per i tifosi, di far sentire la propria voce.

Vittorio Perrone
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Articolo modificato 25 Lug 2016 - 11:49

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Vittorio Perrone
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