Giorni caldi, caldissimi in casa Napoli. Un silenzio lungo quasi tutto un ritiro, lasciando col fiato sospeso milioni e milioni di supporter. Solo Aurelio De Laurentiis ha parlato, in conferenza, e proprio il patron azzurro è tornato a farlo, all’indomani della cessione di Gonzalo Higuain, ora nuovo calciatore bianconero ed universalmente eletto da tutti nuovo core ‘ngrato.
Il numero uno dei partenopei ha concesso una lunga intervista ai taccuini del Corriere dello Sport. Ecco quanto raccolto dalla nostra redazione: “Abbiamo cominciato a pensare al futuro subito dopo, appena ricevuto l’avviso che la Juventus avrebbe pagato la clausola. Subito dopo le parole del fratello, abbiamo pensato a tutelarci, ma in cuor nostro mai avremmo creduto che sarebbe andato via, cancellando così il suo triennio in maglia azzurra. Tradimento? No, non è una esagerazione, tutt’altro, nella scelta di Higuain c’è non solo il senso di un tradimento ma anche il senso di ingratitudine.
Le trattative, oggi come oggi, non consentono di potersi sbilanciare, ci sono tante variabili da tenere in considerazione. Però ci siamo mossi e lo abbiamo fatto con l’obiettivo di trovare un profilo alto per far sì che non venga alterato il valore complessivo della nostra rosa, anche senza Higuain. Ho un appello da fare ai tifosi: restino fiduciosi, ci investano della loro fiducia e non verranno delusi. Abbiamo allargato la rosa come necessario, ora arriverà un centravanti all’altezza che, spero, possa accontentare il tifo. Lavoriamo anche in altri sensi: coi rinnovi, ad esempio, che hanno un loro peso e fanno oscillare il tetto ingaggi.
Icardi? Certe faccende devono restare riservate fino a che è possibile. Non mi sembrerebbe giusto che io riveli ora, in questa sede, aspetti privati della vicenda. Mauro è un centravanti straordinario, per lui parlano i numeri. Certi amori non finiscono, lo avevamo preso praticamente prima che andasse a Milano…
Dalla Juve mi aspettavo un altro atteggiamento. Non vi sono state scorrettezze, legalmente, ma le visite mediche notturne… In questo calcio non si rispetta nulla, nemmeno i sentimenti. Questione Koulibaly? Per me è un problema falso. Sarri? Siamo sicuri di divertirci anche quest’anno, soprattutto in Champions. Il più bel modo di giocare a calcio in italia, dicono: per noi Maurizio è una sicurezza.
Un desiderio per i miei prossimi dodici anni da presidente? Vorrei viverli, uno ad uno, come gli ultimi sette. Regalando a Napoli quel che sogna, far sì che calcisticamente sia sempre più centrale e meno periferica. Ci avreste scommesso, dodici anni fa che oggi, nel 2016, saremmo arrivati alla terza partecipazione alla Champions League? E non solo: abbiamo sfiorato una finale di Europa League, abbiamo ottenuto due Coppe Italia, una Supercoppa eppure nessuno, proprio nessuno, è in parte appagato”.