Rafael 6: Gli affondi dell’Entella non lo tengono in apprensione più del dovuto. Un paio di interventi, sicuro in uscita. Dialoga moltissimo con i compagni di reparto.
(Dal 46′ Sepe 6: Un paio di uscite sicure ed un intervento plastico su Cutolo.)
Maggio 6: Dal lato opposto sfreccia un concorde, il vice capitano azzurro mette in campo costrutto e gamba. Bada al sodo, sofferenza zero. Con qualche spunto sovrapponendosi a Callejon.
(Dal 46′ Hysaj 6: L’Entella spinge poco, pochissimo dalle sue parti. Quando qualcuno si aggira dalle sue parti viene limitato in disinvoltura. Non fa mancare mai lo spunto in avanti.
Chiriches 6: Guida sicura della linea, i movimenti della retroguardia passano dalla regia del capitano della Nazionale romena. L’eleganza nel disimpegno è una garanzia.
(Dal 46′ Albiol 6: Gestisce con ordine l’ordinaria amministrazione. Sicurezza, solita, e qualità in impostazione.)
Koulibaly 6,5: Roccioso, dirompente, Koulibaly. L’attacco di Breda nella prima frazione di gara prova qualche sussulto in più. Ma tutto si spegne infrangendosi su uno scoglio franco-senegalese praticamente impeccabile.
(Dal 74′ Luperto s.v)
Ghoulam 7: Per un tempo definirlo l’arma in più nelle strategie azzurre non è eresia, anzi. Attacca altissimo trovando più volte il fondo. La condizione è ottima, tanto da dividersi con uguale efficacia tra le due fasi. costante l’affondo, ottimo nell’anticipo, si disimpegna in alcune diagonali pregevoli.
(Dal 52′ Strinic 6: Non c’è tantissimo da registrare dalle sue parti, ma il croato appare ancora in ritardo di condizione, spesso sulla sinistra mancano le sue contromisure quando si attarda nella metà campo avversaria.)
Allan 5,5: Il lavoro oscuro è il suo mestiere. Ma dalla deformazione professionale ad una gara in ombra il passo non può, e non deve, essere breve. Non macina chilometri al solito, ed è naturale, spesso persino in ritardo nei ripiegamenti, una novità, questa sì. Il primo squillo nel suo incontro oltre la mezz’ora, con un destro potente che lambisce la traversa. Poco per una delle chiavi dell’equilibrio azzurro.
(46′ David Lopez 6,5: Tanto dinamismo, quasi a sopperire alle mancanze del carioca. Spezza e si propone, fino alla gratificazione con la sua firma in calce al pokerissimo azzurro.)
Jorginho 6: Collante tra le due fasi, si limita al compitino, sbaglia poco, eccelle, però, ancora meno. Gestisce il traffico da par suo.
(Dal 46′ Valdifiori 6,5: Verticalizza in sequenza, un piacere. Si pone a specchio ed i movimenti sono quelli giusti. Due tocchi, non di più, continuo ossigeno per la manovra.)
Hamsik 5,5: Il peso della preparazione, fardello per gambe e mente del capitano. Poco lucido al cospetto del ruolo da fonte di gioco assoluto nella mediana a 3 del tecnico. Ogni accenno di fase propositiva, o quasi, dovrebbe passare da lui, ma la troppa leggerezza spesso alimenta il rischio di sanguinosi contropiedi sul fronte avversario. In fase di costruzione è arduo riconoscerlo: sbaglia tanti palloni fino a far persino sbracciare Sarri. Il punto più alto della gara è un mancino dal limite che sfida la reattività di Iacobucci. Imballato, esce comunque sospinto dall’amore di un pubblico nella più totale adorazione.
(Dal 59′ Grassi 6: Pochi scampoli di gioco e mette dentro, subito, tutta la voglia racchiusa in sei mesi d’apprendistato. Realtà che si specchia in una girata al volo d’antologia su cui Iacobucci riscatta a pieno la topica che cagiona il vantaggio azzurro. La stoffa c’è, serve fiducia in mezzi importanti.)
Callejon 6: L’approccio alla gara degli avversari non lo costringe ai consueti straordinari. Staziona, strano per lui, quasi esclusivamente nella metà campo avversaria. Tanta corsa, apporto garantito, quando trova il varco giusto in profondità preferisce la’altruismo al suo marchio di fabbrica: destro a incrociare sul palo lontano.
(Dal 46′ Mertens 7,5: Due passi in campo, non di più. E c’è subito il timbro, sinuoso, del folletto classe ’87 di Leuven. Colpo di carambola che non lascia spazio a repliche a Iacobucci per il raddoppio. Per il tris, doppietta personale, attinge al repertorio dell’uomo d’area consumato. Spazia e svaria sull’intero fronte d’attacco, in costante fibrillazione, bentornato.)
El Kaddouri 6,5: Pronti via ed ha subito sul destro la palla del vantaggio ma spreca con porta sguarnita, il movimento sul mancino, novità rispetto alla passata stagione, è comunque il solito. Tanto passo, c’è da migliorare progressivamente i tempi da esterno d’attacco. Lo fa, ancora meglio quando si accentra, accende destro e ispirazione. Profondo e insidioso nel cercare i compagni tra le linee. Lì la chiave di 45′ di gioco indubbiamente positivi.
(Dal 46′ R.Insigne 6: Trenta minuti, la voglia di far bene è tanta in quella che con ogni probabilità sarà tra le ultime apparizioni, per quest’anno, in azzurro. Tanta corsa, costante ricerca dell’affondo più propizio. Ha un’occasione d’oro, ma allarga troppo il compasso.)
(Dal 75′ Giaccherini s.v)
Gabbiadini 5,5: Tutto il peso dell’attacco, delle responsabilità in avanti sulle sue spalle per più di un tempo. Tanto dialogo con i compagni, ma non sempre il mancino è al millimetro. Al 4′ attacca bene la profondità ma perde l’attimo propizio centrando Iacobucci. Bissa un quarto d’ora dopo, centrando ancora l’estremo difensore ligure. Poi si spegne, un po’ si stringe stroppo nella morsa avversaria, d’altro canto non è che la ricerca del numero 23 sia uno spartito riproposto in maniera ossessiva, anzi.
(Dal 52′ L. Insigne 7: Si riprende la scena a modo suo, testimone immediato con Mertens, perfetto il movimento a cercare la profondità, scatto bruciante ed un lob morbidissimo su cui l’estremo difensore ligure fa il possibile, invano. Quando parte palla al piede è incontenibile. Quando si veste da assist-man, beh, il vestito è su misura. Roberto sbaglia, David Lopez no.)
Dal nostro inviato a Trento Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 30 Lug 2016 - 10:12