È calcio d’estate, si sa, ma a Trento si respira già l’aria che dal venti agosto in poi tornerà ad essere dolce abitudine per gli azzurri. Metabolizzato il tradimento, che altro non è, di Gonzalo Higuain, i ragazzi di Sarri ripartono da poche, ma buone certezze. Su tutte quella di essere una squadra, cosa non da poco e che non tutti possono vantare. Stagione al cardiopalma quella che aspetta i partenopei: campionato, Champions, Coppa Italia, servirà l’apporto di tutti, soprattutto di quanti, in questo ritiro di Dimaro, hanno dimostrato non solo attaccamento alla causa ma in particolare voglia di fare e spirito di sacrificio.
Tra questi Dries Mertens, il belga ormai napoletano a tutti gli effetti, giocatore che ha sposato la causa fin dal principio della sua avventura alle pendici del Vesuvio e che, a distanza di tre stagioni, non ha perso un briciolo di entusiasmo nei confronti della maglia azzurra. Perché lo abbiamo detto, è calcio d’estate e per tale va preso, con una amichevole il ventotto luglio non si dimostra niente eppure qualcosa viene fuori. Perché, anche chi è all’unanimità considerato una “seconda linea” può essere esempio per i compagni in un mo
Perché, da questo preciso istante, l’entusiasmo e la voglia del belga dovranno essere contagiosi e lui, finalmente, dovrà dimostrare di essere uno dei tanti capaci di poter fare, sempre, la differenza. Può essere l’anno di Mertens, a tutti gli effetti: i tifosi azzurri aspettano solo questo e forse anche lui è pronto per assumersi, in toto, le responsabilità di una squadra che è oggi orfana del suo più grande interprete ma che ha tutte le carte in regola, in avanti in modo particolare, per superare la perdita e puntare al massimo risultato. Con un Mertens così si può: occorre poco, dopotutto. Al Briamasco le prime risposte, con un secondo tempo sugli scudi. In estate, sperando che sia così in inverno e a primavera, soprattutto allora. Quando, cioè, conterà più che di una amichevole.
Articolo modificato 29 Lug 2016 - 01:07