Sarà calcio d’estate, senza significato apparente se non quello di far ritrovare confidenza con il campo ai calciatori. Sarà calcio d’estate, oscurato da Higuain, da Milik, talvolta dagli ombrelloni e dalle vacanze alle porte. Sarà calcio d’estate, ma Sarri prende appunti, scrive tutto ciò che osserva, consapevole che prima o poi quegli appunti li tradurrà in lavoro. E chissà che in campionato non spunti qualche idea nata in Trentino.
Napoli-Entella è stata eclissata dall’Higuain-day, dalle bordate a De Laurentiis e i saluti mancati a Sarri. Ma anche dall’arrivo di Arkadiusz Milik, il polacco giunto dall’Olanda per prendere il testimone lasciato da Gonzalo Higuain. Dicevamo, però, di Napoli-Entella, di nuove soluzioni e vecchi gruppi collaudati. Il mercato non influisce sul campo: Maurizio Sarri sta già sperimentando le prime alternative a Gonzalo Higuain. “Faremo senza”, aveva pragmaticamente risposto a un tifoso che gli aveva domandato del Pipita.
C’è Gabbiadini, certo, che nei quarantacinque minuti contro l’Entella non ha brillato. Peccato, le occasioni non mancheranno. C’è, però, un’idea suggestiva, che si insinua nella mente di Sarri e che potrebbe essere importata a Napoli dal Trentino. Il falso nueve Sarriano, per ora, è una mera suggestione estiva, ma da piccole sciocchezze spesso nascono invenzioni geniali. I fratelli Insigne e Mertens, con Giaccherini subentrato nell’ultimo quarto d’ora: un tridente fatto di “piccoletti”, in grado di confondere la retroguardia ligure senza offrirle punti di riferimento. Il centravanti boa, in fondo, è superato: fate largo al nuovo che avanza.
Mertens e Insigne, nel frattempo, combinano, fraseggiano senza calpestarsi i piedi, s’imbeccano a vicenda e regalano un lampo di luce ai tifosi accorsi allo stadio Briamasco di Trento. Roberto Insigne, dal canto suo, s’inserisce tra le linee, retrocede, lavora a tratti alla Mertens e a tratti alla Callejòn. Panta rei: è un Napoli che si muove, gioca e pensa fuori dagli schemi senza impantanarsi nelle solite convenzioni calcistiche. E’ un Napoli che, soprattutto, predilige l’estro creativo alla schematicità dei gregari, l’estetismo al materialismo, la fantasia al pragmatismo.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 29 Lug 2016 - 01:06