Rafael 6,5: Valigia pronta ma guantoni reattivi. Il futuro del brasiliano è un’incognita, il presente un idillio: con il Monaco si distingue per due interventi nel primo tempo. Per il resto gestisce e catechizza i compagni di reparto. Azzardiamo: sembra quello di una volta. (Dal 69′ Sepe s.v. Entra quando già Jardim e i suoi ragazzi guardano insistentemente il cronometro, nella speranza che finisca presto. Ordinaria amministrazione).
Hysaj 5,5: Dalle sue parti arrivano i due maggiori pericoli: Boschilia sguscia via in due circostanze. La forma migliore è lontana ma nessun dramma: in fase di spinta mostra qualche spunto interessante. (Dal 57′ Maggio s.v. Calca il terreno del San Paolo quando il Monaco l’ha già abbandonato, oltre mezz’ora per ritrovare il ritmo partita e per sperare in una conferma che un mese fa avrebbe avuto del clamoroso).
Albiol 6: Nel primo tempo è quello che regge meglio gli assalti (perlopiù sterili) dei monegaschi. Chiude Vagner Love lanciato in porta e, per il resto, controlla senza grossi affanni. (Dal 62′ Chiriches s.v. Quando Sarri lo chiama dalla panchina il Monaco è già ampiamente negli spogliatoi).
Koulibaly 6: Talvolta cerca di strafare e in un’occasione si lascia sfuggire Vagner Love. Il ritmo partita, comunque, pare esserci e la serata scorre liscia come l’olio. L’esordio in campionato si avvicina: Kalidou risponde presente e spegne le voci di mercato. (Dal 69′ Luperto s.v. Vale quanto detto per i compagni di reparto subentrati a partita ampiamente chiusa. Una soddisfazione in più comunque per il difensore salentino).
Ghoulam 6,5: Scalpita, l’algerino. Corre e trita ogni avversario davanti a sé. Le gambe girano già che è un piacere: imbecca Gabbiadini in stile rifinitore, recupera alla grandissima in fase difensiva, mettendo una pezza su un errore di Koulibaly. Il ritmo partita c’è, il Pescara è avvisato: segnali positivi su segnali positivi. (Dal 62′ Strinic 6: Spinge senza correre troppi pericoli, il Monaco è presto sconfitto e anche il croato si concede la sua passerella di lusso).
Allan 6,5: Lotta da mastino purosangue come al solito. Le gambe, però, girano soltanto a tratti: il tempo per raggiungere la forma partita c’è, anzi, abbonda, e la strada tracciata è quella giusta. Chiude la partita con una botta dalla distanza che vale mezzo voto in più. (Dal 69′ Grassi 6: partecipa al dominio finale degli azzurri, tentando anche la conclusione dal limite. Sei mesi di ambientamento sono bastati, il mediano bergamasco ora vuole strappare il sì di Sarri e rendersi utile alla causa).
Jorginho 6: Non è (ancora) il geometra che ci ha lasciati a bocca aperta per tutto lo scorrere dell’ultimo campionato. Complice qualche pecca nello scarico del pallone, cui sarà facile rimediare con lo scorrere dei giorni. Due settimane: poi si farà sul serio. Jorginho, dal canto suo, potrà farsi trovare pronto. (Dal 57′ Valdifiori 6: Quando subentra il Napoli ha già colonizzato la metà campo del Monaco, il resto è un’ordinaria amministrazione che cancella per una notte i dubbi sul futuro).
Hamsik 7: Un gigante che dimostra di meritare ogni singolo centesimo previsto dal suo nuovo contratto. In campo illumina un San Paolo semi-deserto: inventa, lancia, rifinisce. Imbecca Gabbiadini in occasione del raddoppio e lancia Callejòn in occasione del rigore conquistato. E’ già pronto alla battaglia. (Dal 67′ Zielinski s.v. Calca il terreno del San Paolo per la prima volta ed è già una grande soddisfazione. Il resto – per ora – conta poco).
Callejòn 6: Il solito lavoro oscuro: si nasconde e poi si insinua fastidiosamente nelle retrovie monegasche. Pecca sotto porta sul finale del primo tempo, si rifà in occasione del rigore conquistato. (Dal 51′ El Kaddouri 6: Impatta bene in partita, rendendosi pericoloso in diverse circostanze. Può tornare utile, mercato permettendo).
Gabbiadini 8,5: Risposte cercasi – e trovasi. L’uragano Manolo abbatte difensori e voci di mercato. Quattro goal, lampi di luce in una serata desolante. La ravviva così, Manolo: a modo suo. Un sinistro chirurgico, esplosivo ma al tempo stesso glaciale. Manolo sotto diverse sfaccettature, tutte meravigliose. 9 improvvisato, ma mica tanto: l’eredità di Higuain è lì, pronta a essere raccolta dal più rapido e scaltro. Gabbia, se ci sei batti un colpo. (Dal 67′ Milik 6: Mostra buone doti nel suo esordio al San Paolo. Combina bene con Insigne e sfiora il goal in una circostanza. Bene anche quando scala sulla linea dei centrocampisti per raccogliere i servizi dei compagni. Promosso in attesa di un giudizio più veritiero).
Mertens 6: Qualche spunto positivo, uno su tutti: finta, dribbling e rasoterra al bacio per Callejòn che… fallisce. Peccato, ma – in fondo – va bene così. Pescara è vicina, Mertens scalda il motore e il piede. (Dal 51′ Insigne 6,5: Voglia di fare, tanta. Il pallone transita quasi sempre dai suoi piedi, lui combina con i compagni, va al cross, tenta la giocata personale e la conclusione insistita. La stagione è alle porte e Sarri ha già il primo dubbio amletico: Lorenzo o Dries? Non vorremmo essere nei suoi panni).
Sarri 7: Higuain non c’è più, il Napoli – invece – è lì, inalterato. Gioca come sa grazie ai lampi dei suoi fuoriclasse, può contare su un assetto collaudato e rodato, su un’alchimia perfetta contenuta nei segreti di questo 4-3-3. Ha a disposizione un Napoli, inoltre, arricchito di nuovi volti, tuttofare sempre pronti all’utilizzo. Guai a chiamarli riserve. E se Gabbiadini segnasse con la frequenza mostrata stasera, questa squadra potrebbe strappare nuovamente applausi e consensi.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 8 Ago 2016 - 00:06