L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nel quale ha toccato vari punti, tra cui anche la delicata situazione di Nikola Maksimovic. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli:
“Tutte le società hanno le loro storie, tradizioni, leggende ma il Torino è il club che più di ogni altro è legato alle sue radici. Trae forza dal passato e non puoi allenarlo se non lo conosci, non lo vivi, non lo senti sulla pelle. E nessuno può trasmetterti tutto questo meglio di un vecchio tifoso che mentre parla si commuove ricordando. Qui mi sento a casa. Ho scelto il Torino perché avevo bisogno di tornare a lavorare in un club che mi somigliasse davvero, che avesse i miei valori.
L’esonero al Milan? Non è mai stata rabbia, semmai delusione ed amarezza. Ma non porto rancore. Ho lasciato il Milan in Europa e in finale di coppa Italia, come è finita la stagione lo sapete. Abbiamo avuto alti e bassi, ma il gruppo era unito e dava il massimo che poteva. Con Galliani avevo un ottimo rapporto. Il mio esonero non l’ha capito nessuno, né i tifosi, né la squadra. Berlusconi? Diciamo che non nascondeva le sue idee, ma la formazione del Milan l’ho sempre fatta io.
Come sta la squadra? Dobbiamo risolvere un caso grave e ci manca ancora qualche innesto per avere una rosa completa e competitiva per lottare per l’Europa League. L’Europa è il nostro obiettivo. Ma non serve sbandierarlo, serve raggiungerlo“.
Articolo modificato 15 Ago 2016 - 09:59