Era nell’aria, ora è ufficiale: David Lopez saluta Napoli (LEGGI QUI IL COMUNICATO UFFICIALE), città e squadra, e fa ritorno alla base, a Barcellona, sponda Espanyol, dalla stessa zona in cui, due anni fa, era partito direzione Vesuvio. Sono passati, dicevamo due anni, e siamo sicuri che David un piccolo posto nel cuore di ogni tifoso partenopeo se lo sia guadagnato con meriti, sul campo e non.
Arrivato tra i silenzi della piazza, in campo è sempre sceso alla stessa maniera: quasi apatico, senza emozioni sul viso, all’apparenza. Non è stato così, perché con la casacca azzurra si è messo in gioco, al servizio dei compagni, con umiltà, sacrificio, dedizione, legame alla causa. In due anni di Napoli Lopez, con Benitez prima e Sarri poi, è stato jolly, gregario, uomo in più, pedina da utilizzare all’occorrenza, un equilibratore importante che, al di là della risonanza del nome e del costo del cartellino, ha dato veramente tutto: da ammirare, semplicemente. Ha conquistato la fiducia dell’ambiente, l’affetto dei tifosi, ha strappato sorrisi quando, uno semplice come lui, silenzioso e taciturno, è letteralmente esploso nel momento del vantaggio sul Dnipro al San Paolo. Attimi di libidine calcistica che nessuno dimenticherà, soprattutto lui.
Due stagioni, con settantanove presenze, tre reti e un’esperienza che non potrà essere cancellata così da un giorno all’altro e che, nella sua mente, resisterà. A ventisette anni, senza la paura di mettersi in gioco e di rischiare, con l’unico ausilio delle proprie forze, senza dimenticare i propri limiti ed anzi, cercando di superarli sempre. Non un top player, ma un giocatore comunque necessario in una squadra desiderosa di crescere e migliorare, profilo utile ai fini del progetto azzurro. In un calcio che non conosce più valori, dove i soldi contano più del dovuto e dove il senso del “legame” non esiste, David Lopez rappresenta un modello, un esempio cui guardare con ammirazione e simpatia. Ciao David, buon ritorno a casa. Non ci dimenticheremo, né tu di noi, né noi di te.
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