Ci sono treni che passano una volta nella vita e anche molto velocemente. Saltare a bordo non è un’azione facile né tanto meno esente da rischi. Eppure è l’unica soluzione per cercare di lasciare una traccia di sé stessi, per vivere un’esistenza senza rimpianti. Una regola d’oro che vale nella vita così come nel calcio. Per i ragazzi della Primavera del Napoli la Youth League rappresenta quel treno da prendere in corsa, il palcoscenico d’elìte da regalarsi per sperare in una carriera da top. A livello giovanile, in fondo, ogni esperienza è utile per costruire mattone dopo mattone la propria crescita.
GRUPPO NUOVO – Chissà quanto avranno pensato, alla Youth League, Saurini e i suoi ragazzi nel corso delle lunghe giornate trascorse in ritiro a Roccaraso. Un gruppo nuovo, la nuova Primavera, fondato su due pilastri (il capitano Granata e il centrocampista De Simone) fuoriquota e infarcito di promettenti classe ’99. L’estate ha portato in dote diversi volti nuovi: spiccano il terzino Migliaccio dal Catania, il centrale Riccio dall’Avellino e il centrocampista classe ’99 Cardone, prelevato dall’Ischia. Toccherà a Saurini farli convivere con i reduci della scorsa stagione e trovare una perfetta quadratura del cerchio. Il tecnico della Primavera è stato l’artefice dell’ottima Youth League disputata dagli azzurrini nel 2013-2014: solo il Real Madrid, agli ottavi, infranse al 95’ i sogni di gloria di Tutino e compagni. Oggi gli azzurrini ripartono da Antonio Negro, capocannoniere dello scorso girone C con 22 reti all’attivo e chiamato all’exploit anche in ambito internazionale.
AQUILE SCATENATE – Certo, l’urna di Montecarlo non è stata particolarmente benevola con il Napoli: il Benfica è il peggior avversario che potesse capitare a Granata e compagni. I portoghesi sono stati eletti come miglior accademia calcistica nel mondo e da quando la Uefa ha introdotto la Youth League hanno sempre strappato il pass per i quarti di finale. L’unica squadra ad aver ottenuto gli stessi risultati è il Chelsea, campione delle ultime due edizioni e clamorosamente assente alla prossima. L’11-1 rifilato al Galatasaray dai lusitani nella scorsa stagione è l’emblema della potenza d’urto dei campioncini portoghesi. Gli ultimi talenti in erba fuoriusciti dal vivaio delle Aquile portano i nomi di Renato Sanches, il calciatore più giovane ad aver segnato nella fase finale di un Europeo, ceduto per la “modica” cifra di 35 milioni al Bayern Monaco, e Gonçalo Guedes, tuttofare d’attacco classe ’96 su cui Rui Vitoria ripone le sue speranze di successo.
ESPANSIONE – Più “umano” è il settore giovanile del Besiktas, ancora rudimentale ma in netta espansione. Una prova sono le varie accademie in giro per l’Europa fondate con lo scopo di aggregare i talenti della diaspora turca e dare loro la possibilità di dimostrare le proprie qualità con un pallone. La Besiktas London School si propone di “catturare” i talenti d’origine turca nei sobborghi della capitale inglese, ma un lavoro simile viene svolto anche in Olanda, Germania e in patria, dove però il Besiktas deve battagliare con il più rinomato vivaio del Galatasaray, in grado di portare via alle Kara Kartallar (aquile nere) i migliori talenti già a 11-12 anni. Il fiore all’occhiello della “cantera” del Besiktas è il portierino classe ’97 Utku Yuvakuran, su cui l’intero movimento turco pone grandi speranze.
RIFONDAZIONE E NOSTALGIA – Menzione finale per la Dinamo Kiev, che nell’ultima rassegna continentale si è piazzata alle spalle del Chelsea (poi campione) nel girone ed ha visto i propri sogni infrangersi agli ottavi. Gli ucraini dovranno rifondare un gruppo che lo scorso anno era composto nella sua quasi interezza da ’97 e da qualche fuoriquota del ’96. Non sarà facile ripetersi, ma già in passato la Dinamo ha fatto emergere talenti niente male dal proprio vivaio: il nome di Andriy Shevchenko vi dice nulla? Una missione di una certa difficoltà per Granata, Negro e compagni, chiamati a ripetere l’impresa dei predecessori nel 13-14. Il treno è già in partenza, ora non resta che saltare a bordo.
Vittorio Perrone
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