Reina 5,5: Sul gioiello di Suso non può nulla, ma le responsabilità sul diagonale di Niang che riapre la gara non mancano. Poco reattivo, colpevole ritardo su una conclusione tutt’altro che al fulmicotone che apre un solco su una gara che sembrava indirizzata su binari molto più agevoli. Sicuro in uscita, tra i pali non ha molte altre occasioni nelle quali mettersi in mostra.
Ghoulam 5: C’è tanto da registrare in fase di non possesso. Dimentica Abate che lo grazia, ma le difficoltà sono tante, ad ogni affondo di un sempre attivo Suso. E se si soffre dietro anche la disinvoltura in avanti ne risente. Non il modo migliore con cui brindare alla centesima in azzurro, ma la migliore condizione arriverà.
Koulibaly 6: Guardia accorta su Bacca, un serpente dell’area di rigore da domare, a cui togliere il respiro. Il franco-senegalese risponde all’appello con la consueta decisione. Sbavature minime, tanta calce con cui sotterrare il bomber di Montella. Al centro non si passa, e questo è un punto imprescindibile, chiedere al centravanti dei cafeteros.
Albiol 6,5: Ossigeno in fase di disimpegno, se dalle parti di Jorginho il forcing diventa asfissiante l’impostazione è compito, privilegio, del centrale madrileno. E non manca mai in marcatura, anticipo e contraerea. Lascia il campo toccato durissimo in pieno volto.
(Dall’82’ Chiriches s.v.)
Hysaj 5,5: Attacca alto e ci mette il solito: carico, grinta ed energia, ma alle porte del decimo lo spunto di Niang lo trova in ritardo e rischia di pesare, tanto. Un’uscita a vuoto che si ripete ad inizio ripresa, quando l’esterno offensivo di Montella lo lascia sul posto e griffa la rete che riapre la gara.
Hamsik 5,5: In ombra all’Adriatico, replica contro i rossoneri. Il ruolo del capitano partenopeo è cruciale, l’ispirazione resta negli spogliatoi. Troppi errori, persino elementari. Manca nelle scelte oltre che nell’esecuzione. Impalpabile, l’obbligo è ritrovare forma e lucidità.
Jorginho 6: Montella disegna la gara sul rendimento del classe ’91 di Imbituba, ogni tanto cede il passo ma si fa sentire, senza mai però cedere il passo alle solite chiusure provvidenziali. Quando accelera con i giri giusti la manovra ritrova il respiro, profondissimo, della scorsa stagione.
Allan 6: A San Siro, l’anno scorso, probabilmente la sua miglior prestazione stagionale. Impatta duro, tempo 30 secondi su Bonaventura, giusto per chiarire l’antifona. La brillantezza va ancora ricercata, la voglia di lottare su ogni pallone è quella giusta.
(Dal 72′ Zielinski 6,5: Mezzo voto in più per l’atteggiamento da veterano con cui aggredisce la gara. Da un suo spunto nasce l’azione per il tris che rimette i conti a posto, non tira mai indietro la gamba, prezioso in rottura come in impostazione.)
Mertens 7,5: Pronti via e c’è qualche errorino di troppo in fase di impostazione ma dopo diciotto giri di lancette è sempre il folletto di Leuven ad accendere la luce, ad abbagliare. Stop a seguire, testa alta e destro dolce e potente, palo pieno e autostrada per la marcatura di Milik in azzurro. E quel colpo da biliardo, a giro sul palo lontano, è repertorio continuo e prezioso – solo un Donnarumma magnifico gli strozza l’urlo in gola – che propizia anche il tris azzurro. Monologo puro, al pari dei duetti in sinfonia con il nuovo compagno di reparto. Si fa sentire anche in fase di non possesso. Altro che uomo da partita in corso.
Callejon 7: Quella zampata dopo l’ennesimo sprint da mezzofondista, preziosa, unica, da Calleti. Di platino. Al posto giusto al momento giusto, quando le sabbie mobili di una seconda frazione di gara difficile sembrava stroncare le gambe del gruppo. Ciliegina sull’ennesima prestazione solidissima sull’out destro, imprescindibile. E poi un’altra con cui accompagnare la gara al triplice fischio.
Milik 7,5: Gonfiare la rete e soffiare via, via un fantasma enorme, non importa come. Lo specchio della porta che si desta, splendente, eleganza zero, sostanza tanta, tantissima per il primo marcatore polacco della storia partenopea. Tocco di suola e gara sbloccata. Poi stacco da puntero vero. Tempismo, potenza ed elevazione. Bomber d’area a valorizzare tutti i suoi 188 cm plasmati dai venti della Slesia. Due tiri nello specchio, due reti, per gradire. Cosa chiedere di più all’ex trascinatore dei Lancieri? Dialogo costante con i compagni di reparto, lavoro e sacrificio. C’è anche quello. Ottima, superba la prima, Arek.
(Dal 75′ Insigne 6: La prestazione superlativa di Mertens uno stimolo in più, ma anche un peso. S’incaponisce troppo ed eccede nello spunto personale. Talvolta impreciso, e però da una suo spunto a tagliare l’out mancino che germoglia il poker partenopeo.)
Sarri 6: Gara che è puro thrilling, quindici minuti con l’affanno, asfissiato dalle contromisure di Montella. Poi la metà campo alza il baricentro e l’asticella si alza di conseguenza. Ripresa che allo start si palesa come un vero incubo, ma che a poco a poco raggiunge il porto del primo poker stagionale. Tre punti importanti contro un’avversaria mai doma. Mertens e Milik ripagano la fiducia, meno gli esterni, ancora lontani dai livelli della passata stagione. E tutta la solidità difensiva ne risente. Sei reti in due gare all’attivo, ma quattro al passivo. E su questo che il tecnico tosco-partenopeo non mancherà dal calcare la mano. Ne siamo certi.
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