Dici Antonio de Oliveira Filho, dici Careca, basta questo a riaprire libri di storia meravigliosi. Storia di 95 gioielli in maglia partenopea, danzando sulla sfera ed incantando un popolo in piena estasi. Pochissimi, quasi nessuno, come lui nel firmamento azzurro. Una vera e propria leggenda che con Diego Armando Maradona ha costruito l’apogeo, l’apice indiscusso, il momento più alto per la sfera che rotola e incanta in riva al Golfo.
Un legame che si protrae nel tempo, unico, e il dovere di ribadirlo a più riprese. Tutto traspare dall’ampia intervista alle colonne de il Mattino, di cui vi riportiamo alcuni significativi stralci.
Consigli per la stagione ormai iniziata, per regalare nuovi, indimenticabili sogni ad un popolo in trepidante attesa: “Subire pochi gol e fare parecchi punti lontano da Napoli.Tanto in casa le vittorie arrivano quasi sempre, Fuorigrotta è un fortino, oltre ad essere una trappola per gli avversari.Per le rivali non è mai un piacere scendere in campo al SanPaolo”.
Idee chiare, su un Napoli indubbiamente migliorato:”Sulla carta sì, la squadra mi pare notevolmente rinforzata. Mi aspetto grandi miglioramenti dal centrocampo,che adesso è il reparto meglio assortito e dove è più facile trovare alternative di pari livello. La tecnica è importante però, ripeto, è nella testa che si deve avere una marcia in più. I giocatori devono convincersi della propria forza e Sarri deve allenare ancheilmodo di pensare, oltre al lavoro in campo”.
E occhi sempre puntati sul mercato sudamericano, con un messaggio sibillino al patron Aurelio De Laurentiis, senza filtri, senza possibili interpretazioni: “Tevez si poteva prendere, su Gabigol bisognava essere più veloci della concorrenza. Caio si potrebbe ancora fare, è un buon difensore, pronto per l’Europa. A Castel Volturno sanno benissimo che devono soltanto chiamarmi, io sono a disposizione. Per il Napoli lavorerei gratis, l’ho detto anche in passato. Ma se non mi chiamano…”.