Dodici anni sono un lasso di tempo abbastanza importante nella vita di un uomo. Un ragazzo, a dodici anni, inizia ad affacciarsi alla vita, a guardare con occhi curiosi all’adolescenza che arriva e al futuro che lo attende.
Bene, oggi il Napoli, inteso come Napoli di Aurelio De Laurentiis, compie proprio dodici anni: una data ormai passata in sordina, da alcuni addirittura maledetta – sì, avete capito bene – per la piega che la gestione societaria dell’imprenditore romano ha preso negli ultimi tempi. Così c’è chi davvero, credendo in quel che dice, guarda con nostalgia ai tempi di Ferlaino, di Toto Naldi o di Giorgio Corbelli. Persone, presidenti, che dal Napoli hanno probabilmente avuto più di ciò che hanno dato, e di ciò che avrebbero meritato. Certo, l’Ingegnere resterà per sempre nella storia azzurra, con il primo scudetto conquistato, il primo trofeo internazionale e il bis tricolore, in un’epopea, quella di Diego Armando Maradona, di cui lo stesso Ferlaino fu furbo stratega. Poi, però, un’inesorabile caduta verso il basso, che portò a due retrocessioni in B nel giro di pochi anni e infine al fallimento: scaltro l’Ingegnere, anche nell’ultimo passo del vecchio Napoli, consegnato alle mani poco sicure di Corbelli prima e Naldi poi.
L’era De Laurentiis iniziò proprio il 10 settembre 2004, e ad oggi forse manca solo una vittoria importante per completare un ciclo meraviglioso, che ha visto il Napoli scalare posizioni su posizioni in Italia e in Europa, dove gli azzurri sono di casa ormai per il settimo anno consecutivo, di cui tre in Champions League. A proposito di adolescenti, andatelo a ricordare a chi, all’inizio del nuovo secolo, era tale e tifava per il Napoli nonostante tutto; oggi quegli adolescenti sono cresciuti, gli uomini di allora invecchiati, eppure nessuno di loro denigrerà quanto fatto da De Laurentiis. Certo, tante cose sono da migliorare, dalla comunicazione al campo, dall’aspetto dirigenziale allo stadio. Il Napoli ha una sua storia – importante – alle spalle, su cui far leva, eppure “questo” Napoli è ancora giovane, sin troppo, per chiedergli qualcosa che, evidentemente, non è ancora pronto a fare. Il tempo sarà, come al solito, galantuomo. La certezza che ci sentiamo di poter affermare è che, con De Laurentiis al timone, le notti passate sotto al Tribunale di Napoli in quella torrida e indimenticabile – purtroppo – estate del 2004, saranno solo un triste ricordo. Ad maiora.