“A settembre”. L’arte di rimandare fa parte della natura umana, come l’invidia, la gelosia, la speranza, la gioia e tutte le altre sensazioni che caratterizzano il nostro quotidiano. Settembre, in fondo, è un nuovo inizio, il metaforico cambiamento di uno stile di vita desueto e da accantonare. Da rifondare, insomma, dopo gli ozi estivi. Un locus amoenus lontano in cui rifugiare i propri dubbi. Eppure c’è chi non ha il privilegio di poter programmare, chi vive la propria estate alla giornata senza sapere cosa accadrà. “A settembre”, per loro, non esiste: è un’incognita perduta in un mare di possibilità. Christian Maggio, ad esempio, appartiene a quest’ultima categoria.
Gli ultimi mesi il buon Christian li ha vissuti nella più totale incertezza sul proprio futuro. La cessione appariva praticamente scontata, gli ammiccamenti del Watford e dell’ex mentore Mazzarri lasciavano presagire una buona riuscita della trattativa e le manovre (poco) oscure del Napoli sul mercato (Widmer, Santon) fornivano un ulteriore indizio. Due indizi, d’altronde, vanno a comporre una prova quasi decisiva. E forse proprio quel “quasi” ha salvato Maggio. Il “quasi” e anche, soprattutto, il Trentino. A Dimaro Christian si è imposto, ha piacevolmente impressionato Sarri. Quindi dietrofront: no, Maggio non si muove. Un lieto fine perfetto dopo la scorsa tribolata stagione, anche perché dopo un anno le promesse potrebbero concretizzarsi: niente musi lunghi in panchina, tutti – ma proprio tutti! – possono essere chiamati in causa.
Quindi Maggio. La scelta di gettarlo nella mischia a Palermo ha fatto storcere qualche naso, eppure ha dato i suoi frutti. “Ho rimesso dentro Maggio perché fisicamente è al top, per il nostro gruppo è importante, mi fa piacere abbia ritrovato una condizione che forse lo scorso anno gli è mancata” ha dichiarato Sarri, a mo’ di benedizione, al termine della partita. Fiducia, la parola d’ordine. Stavolta, però, dev’essere reciproca. Per rispetto nei confronti di una figura importantissima per lo spogliatoio del Napoli: fu lui, nel tribolato secondo anno di Benitez, a mediare con la società per evitare un’altra settimana di ritiro. La nona stagione in maglia azzurra ha inizio nel migliore dei modi: 279 presenze e 23 goal non si accantonano tanto facilmente nel dimenticatoio.
“A settembre”. No, basta rimandare. Settembre è arrivato, è il mese della rinascita, delle nuove occasioni, dei cambiamenti auspicati e realizzati. Il mese della riscoperta. Di una bandiera, in questo caso. No, quella di Christian Maggio non si è ancora ammainata. 90 minuti di qualità con il Palermo, con una percentuale del 94% di passaggi riusciti, 80 tocchi e 6 tackle ai danni degli avanti rosanero. Una garanzia per far rifiatare maggiormente Hysaj. Gli impegni, in fondo, sono tanti: Maggio, dal canto suo, è pronto, come ormai accade da otto anni a questa parte.
Vittorio Perrone
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 11 Set 2016 - 10:02