DNIPRO-NAPOLI - Semifinale di ritorno di Europa League, al San Paolo finisce 1-1, con la rete di David Lopez per il Napoli e di Seleznyov per il Dnipro: netto il fuorigioco del centravanti ucraino, non sanzionato dai guardalinee. Esplode nel post partita De Laurentiis, contro Platini e la UEFA. Il Napoli si gioca tutto al ritorno ma gli ucraini hanno il gol fuori casa dalla loro, non sarà facile. Il Napoli dovrebbe fare la partita ma gli uomini di Benitez sembrano in balia dell'avversario e così è: azzurri timorosi, schiacciati dall'avversario, quasi spaventati e con la paura di fare la partita. Il primo tempo scorre via così, nella ripresa le cose vanno un po' meglio con un Napoli più propositivo, con un Hamsik in più in campo, ma allo stesso tempo vulnerabile. È il 58' quando il solito Seleznyov, come all'andata, beffa Andujar e compagni di testa. Il Napoli ci prova, va all'arrembaggio, ma sembra più il disperato tentativo di salvare il salvabile, la consapevolezza di aver sprecato l'ennesima occasione. Il Dnipro ha anche occasione di raddoppiare, almeno un paio di volte, con Kalinic prima e con Mathaus poi, con la palla che si stampa sulla traversa. L'arrembaggio finale non paga: finisce 1-0, con gli ucraini in estasi, per la prima volta nella loro storia in finale di una coppa europea e col Napoli, capace di sprecare tutto e far svanire, così nel nulla, la possibilità concreta di giocarsi la finalissima per la seconda volta nella sua storia, dopo il successo nella Coppa Uefa 1988/1989. Amarezza e dispiacere.
Il Napoli adesso nella testa ha un unico obiettivo: portare a casa la vittoria su un campo ostico come quello della Dinamo Kiev.
La capitale ucraina però non porta bei ricordi alla mente per i sostenitori azzurri: al riguardo l’odierna edizione de Il Corriere dello Sport si è focalizzata sulla sfida tra Dnipro e Napoli della stagione 2014/15. Fu una partita davvero stregata: le scelte contestabili dell’allora tecnico Rafa Benitez, il rapporto con il presidente De Laurentiis che si stava pian piano deteriorando, la partita giocata a Kiev per motivi di sicurezza, con Higuain che intrap
rese una sfida con il portiere avversario Boyko, ma senza riuscire a perforarlo; senza tralasciare la furia del patron azzurro dopo la partita d’andata, con il presidente che si scagliò su tutta l’Uefa, a partire da Platini per finire all’arbitro Moen. E poi, in campo, quel gol di Seleznyov che condannò gli azzurri ad uscire da quell’edizione di Europa League. Insomma, dopo 16 mesi la ferita è ancora ben presente, soprattutto considerando l’esito della doppia sfida, che aveva visto il Napoli superiore al Dnipro.
Da quello sciagurato 14 maggio sono rimasti solo 10 giocatori, ma molti hanno compiuto un grande salto di qualità, a partire da Koulibaly e Hamsik (che fu escluso dall’undici iniziale in quella sfida, ricorda il quotidiano). Per il capitano adesso servono conferme: lo slovacco dovrà dimostrarsi leader e guidare i suoi compagni in maniera tale che questa volta di Kiev si abbia un piacevole ricordo.
Articolo modificato 12 Set 2016 - 10:45 10:45