Un’estate intricata, la sua, per non dire travagliata e incerta fino alla fine. Oggi Amadou Diawara è un giocatore del Napoli ma da giugno ad agosto ha vissuto in pieno il travaglio che ha poi portato alla rottura col suo ex club, il Bologna, domani sera avversario del Napoli al San Paolo.
Proprio a questo proposito, alla vigilia della sfida tra azzurri e felsinei, l’agente del guineano ha parlato ai colleghi di Zerocinquantuno.it. Ecco quanto raccolto dalla nostra redazione: “Quanto successo con Amadou non è stato nulla di predeterminato, anzi la situazione era complicata per tutti. Abbiamo scelto questo tipo di atteggiamento perché, per innumerevoli ragioni, si era arrivati ad un punto di non ritorno col club e di conseguenza ci siamo mossi. Alla fine però tutti contenti: il Bologna ha incassato una plusvalenza più che notevole, Amadou oggi invece gioca in una squadra di vertice. Il resto sono chiacchiere, il Bologna ha tutelato i suoi interessi, io quelli del ragazzo.
Tante persone conoscono la verità sulla storia. Basta dire una semplice cosa: a Diawara è stato offerto un rinnovo non all’altezza, gente che vedeva il campo meno di lui in realtà prendeva il doppio. Fino ad aprile abbiamo elemosinato, già avendo notificato la cosa a gennaio, poi ci siamo stancati. Il club pressava, Amadou ci ha perso in tranquillità e allora ci siamo allontanati. Faceva comodo, evidentemente, alimentare certe speculazioni. Vi dico solo che oggi lui gioca in una squadra che lo ha pagato quattordici milioni, Corvino invece lo prese a cinquecentomila euro….
Altre squadre? Presentai una offerta del Valencia, il Bologna rilanciò con venti milioni, chiedendone diciotto almeno. Volevano un’asta, cosa che ho provato a scongiurare, per evitare di peggiorare la situazione già delicata. C’era un discorso concreto con la Roma, che lo avrebbe preso se avesse venduto Paredes. Negli ultimi giorni di mercato si era mosso anche il Milan, ma Diawara aveva già scelto il Napoli come sua prima opzione, ha rifiutato anche l’Aston Villa perché non voleva andarci. Ora lui sta bene, vuole giocare ma prima deve mettersi alla pari, atleticamente, coi compagni.
Ora è grato ai tifosi felsinei, lo sarà sempre, il suo non è stato un gesto contro la piazza. Se poi lo si vuole vedere come capro espiatorio, non so più cosa fare. Io penso che la piazza gli dovrebbe essere grata per quanto ha fatto in un anno e tutto il Bologna dovrebbe dire grazie, perché una plusvalenza del genere da quelle parti non si vede tutti i giorni. Ripeto, si è allontanato quando ha capito che la storia era usata da più persone a proprio piacimento”.