L’irrinunciabile José

Sono finiti ormai gli aggettivi per descrivere José Maria Callejon, il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero in squadra. Ieri, il colpo di testa che ha propiziato il momentaneo 1-0 del Napoli, ha portato a cinque le marcature dello spagnolo in sole quattro partite. Numeri pazzeschi per l’ex Real Madrid che già alla prima stagione di Benitez aveva siglato 15 reti in campionato (20 comprendendo le coppe).

GOLEADOR – Ora il 7 azzurro – una maglia che evidentemente porta fortuna –  ha raggiunto 50 gol con il club partenopeo raggiungendo le 38 realizzazioni di Lavezzi in campionato e portandosi ad un passo dal dodicesimo posto nella classifica dei marcatori della storia del Napoli (Jeppson è a 52). E, di questo passo, non è di certo impossibile scavalcare Canè (70 reti) per entrare nella top ten di tutti i tempi.

INSTANCABILE – Le gioca tutte: 37 su 38 (saltandone una solo per squalifica) nel 2013-14, 38 su 38 negli ultimi due anni, 4 su 4 in questo campionato. Senza dimenticare le altre competizioni: 52, 59 e 47 presenze in totale nelle ultime tre stagioni. Irrinunciabile prima per Benitez, poi per Sarri. Non un caso. “È fondamentale per noi, non esiste un’alternativa allo spagnolo”, le parole del tecnico toscano nel post partita di Napoli-Bologna, a suggellare la sua importanza.

TUTTOFARE – È ovunque. A destra, a sinistra, al centro. Sotto porta, tagliando verso l’area, ma anche in mezzo al campo. Due minuti prima davanti al portiere avversario, dopo nella propria area di rigore a difendere come un terzino. I dati di ieri lo testimoniano: quarto per chilometri fatti (10.838), di cui 1,409 in sprint (primato nel match). Inoltre 31.24 km/h in velocità (terzo dopo Koulibaly e Hysaj). E nonostante tutto, grande lucidità in fase offensiva. Ma quanti polmoni hai Josè?

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UMILE – Le qualità fisiche e tecniche sono fondamentali per un calciatore, ma spesso ciò che conta di più è la testa. La mentalità. E questo, forse, è ciò che rende Callejon superiore a tanti compagni. Oltre all’incredibile intelligenza tattica, riesce a restare sempre con i piedi per terra. “Lavoro per la squadra, dopo se arrivano i goal è fantastico. So che altri attaccanti segneranno di più, ma ora sono felice”,  il commento dello spagnolo dopo la vittoria casalinga. “A Madrid ho conosciuto un ragazzo con una personalità forte, un giocatore umile che ha saputo ritagliarsi il suo spazio, il rispetto della gente e dei compagni di squadra. Sa rendere prezioso ogni minuto in cui è in campo: per molti giocatori entrare per 10 minuti è un problema, per lui no. Quando viene chiamato in causa è sempre al top. Mi piace molto la sua mentalità, è un esempio per tutti”, la valutazione di un maestro del calcio come José Mourinho, non uno qualunque. E poi l’ormai nota leggenda dei 60 euro, traccia ancor di più il profilo di una persona che fa sempre il suo dovere. Nel 2011, infatti, Callejon dopo una gara con il Real partì per il suo paese natale, Motril, per un motivo particolare: era stato chiamato a svolgere il ruolo di vice presidente di seggio in occasione delle elezioni. E lui, bando alle ciance, partì subito, percependo il compenso stabilito: appunto 60 euro.

E Calleti è pronto a riprendersi anche la Roja, con cui ha inspiegabilmente collezionato solo due presenze. Una maglia che merita più di chiunque altro. Anche se Sarri spera il contrario: “È uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, però  non diciamolo troppo in giro, altrimenti lo convocano in nazionale. Preferisco tenerlo a Castel Volturno”, ha scherzato in conferenza. Toccategli tutti, ma non Callejon.

Andrea Gagliotti

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