C’è una frattura tra tifosi e società in quel di Napoli. Non è una novità, si è verificata nella sua forma più esplicita con alcuni striscioni denigratori apparsi in città nei confronti del presidente De Laurentiis, eppure suona abbastanza strano sentire parole simili: com’è possibile che in una squadra (attualmente) al primo posto non vi sia comunione d’intenti tra sostenitori e società?
E’ anche l’interrogativo che si pone la Gazzetta dello Sport in edicola oggi. Ecco quanto scrive il quotidiano in merito, in particolare, alla questione San Paolo: “De Laurentiis racconta una bugia quando asserisce che gli abbonati sono sempre stati seimila. I «fedelissimi» erano 19.065 al primo anno della sua gestione (in Serie C). Eppure, si è passati dal Cittadella al sogno scudetto.
I risultati sportivi sono sotto gli occhi di tutti così come è evidente la freddezza della gente verso un club, che non fa svolgere quasi mai un allenamento a porte aperte e che non spicca per capacità comunicative. A questo va aggiunta la cessione nel corso del tempo dei pezzi pregiati Lavezzi, Cavani e Higuain. Tutti adeguatamente sostituiti, sia chiaro. La politica delle clausole rescissorie, però, fa discutere ed ora i tifosi temono la «taglia» su Milik annunciata da De Laurentiis“