Un concorde che sfreccia, imperterrito, destinazione conclamata da ormai tre anni. Sicurezza, stabilità e garanzia di efficacia, costante. Lavoro infaticabile e resa certa, mai dubitarne, José Maria Callejon rappresenta, in rapporto qualità/prezzo, il colpo più importante. L’affare più prezioso, il lampo di genio da porre all’indice tra le sessioni di mercato degli ultimi anni.
Come dubitarne, circa 9 milioni con cui assicurarsi un moto perpetuo instancabile sull’out destro: corsa, abnegazione, intelligenza tattica. Tutto. E goal, tanti. Sono 50 in maglia azzurra dal suo approdo in riva al Golfo. Tre stagioni ed un assaggio, breve ma intenso, dove trovare la totale consacrazione. Dopo le basi all’Espanyol, dopo gli spezzoni da sogno al Real Madrid.
Una stagione iniziata con il piede sull’acceleratore, alla Calleti, cinque reti in quattro gare in campionato. Numeri da urlo, una media di 1,25 gol a partita. Score da top player, di quelli con il goal nel sangue. Se non fosse che il classe ’87 di Motril è un pretoriano di Maurizio Sarri anche, soprattutto, per motivi che esulano la mera resa negli ultimi venticinque metri. L’edizione odierna del Corriere dello Sport si sofferma sul raffronto tra Callejon e gli altri bomber europei. Solo Lewandoski e Lacazette, veri e propri killer dell’area di rigore, meglio di lui. Costretti ad ammirare la targa del numero 7 azzurro anche due mostri sacri come Messi e Suarez, fermi solo ad un goal a partita.
Articolo modificato 21 Set 2016 - 14:09