Reina 7,5: Non è neanche il ventesimo quando deve attingere a tutta la sua reattività: stacco di reni d’autore e via a scacciare l’insidiosissimo controcross di Laxalt nell’area piccola. Ed è solo l’inizio, il portierone di Cordoba è un muro, almeno altri due interventi prodigiosi e una porta chiusa a doppia mandata. Su Simeone è supervlativo. Il primo a risentirsi per l’errore – alla fine ininfluente – sulla conclusione di Verdi, era stato proprio lui. Una risposta sontuosa, da leader.
Hysaj 6: Serata dura sugli esterni, ci sono Ocampos e Laxalt ad avvicendarsi. C’è poca tregua dalle sue parti, ma il ragazzo di Scutari si esprime discretamente. In marcatura c’è, con le buone e con le catrtiva. E la spinta giusta, lasciando anche spazio ad azioni personali pregevoli come nella prima frazione di gara: dribbling secco su Orban e Laxalt ma conclusione sfortunata.
Albiol 6: Quando alza la contraerea è insidiosissimo, causa più di un brivido alla porta di Perin. Tornando alle sue competenze, bene in anticipo, lo stesso nella gestione del primo passaggio. Consegna primaria data le difficoltà di Jorginho.
Koulibaly 6,5: La prima dopo un vero e proprio spartiacque, il rinnovo e un colpo di spugna su un’estate torrida e complessa, anche per lui. La risposta è evidente, non che le prestazioni precedenti fossero state lontane dai parametri eccellenti del franco-senegalese. Statuario in marcatura, così come in ogni chiusura richiesta. Tanto supporto anche in fase d’impostazione, dove si propone con ottimo costrutto.
Ghoulam 5,5: Vale lo stesso discorso fatto per Hysaj, ma Lazovic per un tempo fa bello e cattivo tempo con buona pace del mancino azzurro. Meglio nella ripresa. Spinta quasi nulla, un’eccezione nelle gare dell’ex Saint Etienne. Merito degli avversari, certo, ma gli appunti nella scialba prestazione di Marassi non mancano.
Allan 5,5: Il quarto d’ora contro il Bologna lasciava presagire ben altro. Ancora il lontano parente del volante ammirato la scorsa annata. La condizione non è smagliante, è palese. Prova a lottare ma è quasi sempre in ritardo al cospetto di dirimpettai grintosi e reattivi. Esce meritatamente dopo non aver lasciato traccia.
(Dal 73′ Zielinski sv.)
Jorginho 5: Novanta minuti da ricercato numero uno. Pressing asfissiante, forsennato a suoi danni. Che porta ai risultati sperati da Juric, il classe ’91 di Imbituba soffre, tanto. Manca il respiro, così come il ritmo tipico delle sue giocate. Al Napoli manca il suo metronomo, il cervello che dispensa tempi e strappi. E si sente.
Hamsik 5: Il centro numero 100 nel mirino, ed il suo destro in precaria posizione al quarto d’ora si placa solo sul montante difeso da Perin. Ci riprova. E riprova, ma la mira non è da incorniciare. Il lampo ad inizio gara è però l’unico vero sussulto di un’intera prestazione dove il capitano non è mai al centro del gioco. Dove Sarri ne richiede la presenza, essenziale. Un’unica giocata di livello, il filtrante sprecato da Insigne, ma è il nulla se rapportato ad un crogiolo di errori e imprecisioni.
Callejon 6: Svaria tanto. E ci mette tutto, al solito. Apporto che non può mancare contro un avversario che sull’intensità poggia tanto della propria idea. In avanti, però, la resa non è quella a cui ha abituato fin troppo bene. Impreciso, mai sul pezzo. Il killer instinct resta negli spogliatoi.
Mertens 5: Prima uscita a vuoto in un inizio stagione da custodire per continuità, livello delle prestazioni. Non trova mai la zolla giusta sul prato di Marassi. Un po’ imbrigliato dalle maglie avversarie, onore e merito, ma per larghissimi tratti dell’ora a sua disposizione finisce per nascondersi. Nessuno spunto, zero lampi, troppo poco.
(Dal 68′ Insigne 5: Il gol divorato grida vendetta e fa il paio con quello di sabato sera. Poi nient’altro. Dovrebbe scardinare gli equilibri della gara, missione fallita.)
Milik 5,5: Strenua lotta tra le maglie rossoblù, mai accompagnato a dovere dai compagni di reparto, ne va dato atto. Perin su di lui è provvidenziale, ha pochissime occasioni dalla sua. Quando scala a cercare il dialogo con i compagni di reparto dà buona prova. Ma non basta. Come se non bastasse, quando scappa via Orbàn lo atterra con una presa da lotta greco-romana, rigore palese. Ma non per Damato, s’intende.
(Dall’81’ Gabbiadini s.v.)
Articolo modificato 21 Set 2016 - 23:39