La sfida persa contro l’Atalanta non può passare inosservata, per una serie di motivi. Innanzitutto, gli azzurri tornano da Bergamo con qualche certezza in meno, a partire dalla capacità di portare a casa punti anche quando non si gioca il ‘solito’ calcio. Urge trovare delle soluzioni alternative, e la pausa per le nazionali servirà proprio a questo: Sarri potrà lavorare al massimo con i nuovi innesti, tipo Rog e Diawara, ma anche Giaccherini e Maksimovic. Ma un altro punto venuto fuori è quello legato alle aspettative e ai giudizi che volteggiano intorno al Napoli Calcio.
L’ambiente Napoli – a partire dalla tifoseria, passando per la stampa, fino ad arrivare a dirigenza, tecnico e squadra – non può vivere di picchi di esaltazione e crolli di sfiducia totale nel giro di pochi giorni. Serve “allenare” anche questo aspetto, ovvero l’equilibrio nei pareri e nelle valutazioni, perché la barca Napoli non deve navigare su onde così discontinue: basse di entusiasmo quando si vince, alte di depressione quando si perde. I rischi sono troppi.
L’ambiente deve riuscire a superare questa prova di maturità, perché un club diventa davvero grande quando assimila e, allo stesso tempo, distrugge questi concetti. Nessuno dei calciatori in rosa è calcisticamente mediocre, ma è altrettanto vero che nessuno di questi è, attualmente, un top player di livello assoluto.
Quindi, calma! Non si è sempre brocchi quando si perde, non si è sempre fenomeni quando si vince. “È la somma che fa il totale”. E, da che calcio è calcio, è a fine stagione che si fanno i conti. Dall’entusiasmo allo scoramento il passo NON DEVE essere breve: è in gioco il bene del Napoli.
Nappo Salvatore
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 4 Ott 2016 - 08:01