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Prova di maturità per l’ambiente Napoli: dall’entusiasmo allo scoramento il passo non deve essere breve

La sfida persa contro l’Atalanta non può passare inosservata, per una serie di motivi. Innanzitutto, gli azzurri tornano da Bergamo con qualche certezza in meno, a partire dalla capacità di portare a casa punti anche quando non si gioca il ‘solito’ calcio. Urge trovare delle soluzioni alternative, e la pausa per le nazionali servirà proprio a questo: Sarri potrà lavorare al massimo con i nuovi innesti, tipo Rog e Diawara, ma anche Giaccherini e Maksimovic. Ma un altro punto venuto fuori è quello legato alle aspettative e ai giudizi che volteggiano intorno al Napoli Calcio.

L’ambiente Napoli – a partire dalla tifoseria, passando per la stampa, fino ad arrivare a dirigenza, tecnico e squadra – non può vivere di picchi di esaltazione e crolli di sfiducia totale nel giro di pochi giorni. Serve “allenare” anche questo aspetto, ovvero l’equilibrio nei pareri e nelle valutazioni, perché la barca Napoli non deve navigare su onde così discontinue: basse di entusiasmo quando si vince, alte di depressione quando si perde. I rischi sono troppi.

DUE VORTICI DA EVITARE – Serve capire che né in un caso (l’eccesso di entusiasmo) né nell’altro (disincanto totale) la squadra ottiene benefici. È importante rendersi conto che questa rosa ha bisogno di equilibri e stabilità mentali, alla pari di quelli tecnico-tattici. Entrambi gli stati d’animo rappresentano due vortici che possono risucchiare energie vitali nella corsa ai traguardi importanti. Serve fare uno scatto di maturità anche su questo, e non solo sulle idee alternative di gioco. La dirigenza partenopea, nelle figure di De Laurentiis e Giuntoli, ha costruito una squadra di prospettiva, che può arrivare dove vuole, ma che, poi, arriverà fin dove può. E quel “fin dove può” non dovrà trasformarsi in ambizioni sovrabbondanti, perché si rischia di perdere anche il possibile. La calma e la tranquillità sono gli unici stati d’animo che dovranno albergare nelle menti e nei cuori degli azzurri. La crescita individuale di un calciatore non è mai passata per eccessi di aspettative e pressioni di qualunque tipo.

L’ambiente deve riuscire a superare questa prova di maturità, perché un club diventa davvero grande quando assimila e, allo stesso tempo, distrugge questi concetti. Nessuno dei calciatori in rosa è calcisticamente mediocre, ma è altrettanto vero che nessuno di questi è, attualmente, un top player di livello assoluto.

Quindi, calma! Non si è sempre brocchi quando si perde, non si è sempre fenomeni quando si vince. “È la somma che fa il totale”. E, da che calcio è calcio, è a fine stagione che si fanno i conti. Dall’entusiasmo allo scoramento il passo NON DEVE essere breve: è in gioco il bene del Napoli.

Nappo Salvatore

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Articolo modificato 4 Ott 2016 - 08:01

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Scritto da
redazione