Tra gli obiettivi primari della dirigenza partenopea. Un modo consono, eccome, di spegnere i malumori dettati dalla partenza di Gonzalo Higuain e ripartire. Scossa psicologica ma anche tecnica. Il destino però ha detto altro. Il ritorno alla Casa Blanca, voluto, desiderato. Dopo aver dimostrato il proprio valore in bianconero. Facile, dunque, rifiutare qualsiasi eventuale cambiamento, il Real è il Real. Soprattutto se si viene dalla cantera. Ma dietro il secco no al Napoli di Alvaro Morata c’è anche altro. Il classe ’92 madrileno ha rilasciato un’ampia intervista per le colonne de La Gazzetta dello Sport affrontando svariati argomenti, tra cui il rifiuto alla società azzurra, di cui vi riportiamo alcuni stralci significativi.
Lei ha seguito anche l’evoluzione di Callejon.
“Si merita questa chiamata, è cresciuto tanto e da anni gioca a un grande livello. Sono molto contento che sia qui anche se è del Napoli come Pepe (Reina, ndr). È un duello continuo qui tra Juve e Napoli…”.
In Italia la Juve è superiore?
“Senza dubbio. Ha preso il migliore del Napoli e il migliore della Roma aumentando il divario con le concorrenti. Sarà di nuovo campione”.
Si aspettava che la Juve investisse 90 milioni su Higuain?
“Alla fine dell’Europeo Fabio (Paratici, ndr) mi disse che la Juve mi voleva e che avrebbe fatto un’offerta importante per me e che se fosse andata male avrebbe cercato un giocatore altrettanto costoso o più caro. È andata così”.
E l’interesse del Napoli per lei?
“Mio padre e il mio agente Juanma Lopez mi dissero che erano stati contattati dal Napoli e che si erano riuniti. “Scordatevi la cosa”, gli risposi subito. Dissi loro che per come ero stato trattato dalla Juventus, per quanto ero stato felice lì, non sarei mai andato al Napoli”.
Higuain però il percorso inverso l’ha fatto.
“Ognuno ha le sue idee e il suo modo di essere. Io non l’avrei mai fatto perché alla fine per me contano più l’orgoglio e la lealtà alla gente che mi ha voluto e trattato bene”.