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Sconcerti: “Sarri ha un grosso limite. Io sto dalla sua parte, ma il calcio…”

Nel suo editoriale sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha parlato della gestione degli uomini da parte di Maurizio Sarri.

“Gli allenatori sono divisi in due scuole di pensiero: quelli che allenano il gioco, che tentano una diversità, e quelli che allenano i giocatori. La differenza è chiara. Chi allena il gioco, cerca l’interprete adatto al proprio metodo. Chi allena i calciatori, mescola la propria rosa poi sceglie i più adatti a fare squadra”.

“A Sarri non basta che un suo giocatore sia in forma, deve saper fare i movimenti che servono al suo schema. È un limite? Sì, lo è. Ma è anche una differenza e andrebbe protetta. Perché è un limite? Perché è quasi impossibile tenere perfetta una formula di gioco per 40 partite, in almeno una quindicina devono salvarti i giocatori, soprattutto gli estranei, i subentrati”.

“Questa è la diversità finale: Allegri e la sua scuola considerano un campionato la somma di singole partite dentro cui sperimentare tutto per vincerne una per volta. Alla fine del campionato avranno cambiato quattro schemi di gioco e trenta giocatori, nessuno si ricorderà più che in agosto Higuain ha fatto la riserva di Mandzukic. Vince essenzialmente l’occasione. Sarri, Zeman, Giampaolo, i sacchiani, cercano un infinito stabile, una soluzione unica. Essendo un vecchio bambino io sto dalla loro parte, ma ho capito da un pezzo che il calcio è quasi solo dall’altra”. 

Articolo modificato 5 Ott 2016 - 15:58

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Scritto da
redazione