Talvolta bastano gli occhi per cancellare le proprie incertezze. Uno sguardo, la visione di una situazione idilliaca che si manifesta davanti ai propri occhi. I dubbi scompaiono, le incertezze salutano. E poi una stretta di mano, qualche risata e un contagioso buonumore. La conferenza congiunta del duo Sarri-De Laurentiis è una manna dal cielo in un momento cruciale quanto d’apnea. Per l’infortunio di Milik (maledizione!), per la sconfitta di Bergamo e per un big match alle porte. Tensione, tanta. Fino ad oggi almeno. Poi l’apparizione di Sarri e De Laurentiis. Si è detto tanto, troppo, sul rapporto tra i due, su presunte incomprensioni e inviti poco pacifici. Come quando Maurizio invocò l’intervento della società dopo le pungenti domande sugli arbitri a Genova.
ADL rispose con un comunicato in cui invitava il tecnico “a rispettare le decisioni degli arbitri”, poche righe che hanno dato adito alle interpretazioni più disparate. L’acqua oggi è stata gettata per spegnere un fuocherello ingigantito dal pessimismo partenopeo. Possiamo dormire sereni: tra Sarri e De Laurentiis non c’è nessun attrito. Forse in passato, forse in futuro, oggi no. Ed “oggi” è tutto ciò che conta. D’altronde tra Milik, Bergamo e la Roma che incombe, un po’ di distensione non può che far bene. Pace è fatta. O, meglio, pace è. Perché, stando ai fatti, non c’è mai stato alcun conflitto.
Pace e anche qualche compromesso. Perché per andare d’accordo, talvolta, bisogna sacrificare alcune posizioni non condivise. Lo stadio, in primis, quello che ADL vorrebbe rifare. Dannata burocrazia, gli verrebbe da dire. Disertarlo, però, non è la mossa giusta. Meno male che ci ha pensato Sarri a ricordarglielo! “Aurelio deve venire allo stadio perché è un nostro tifoso” Maurizio dixit. Game, set, match. E Aurelio, che meno di un mese fa aveva annunciato che non avrebbe mai più messo piede al San Paolo (“Le partite si vedono bene da casa”), ha raccolto l’invito. Un dietrofront sacrosanto, sancito dalla volontà comune: il bene del Napoli. “Domani sarò al San Paolo, anche perché me l’ha chiesto Sarri”. Amen.
Epperò anche il tecnico deve fare un passo indietro. Sugli arbitri, in primis. ADL l’ha ribadito: accettare le decisioni della classe arbitrale significa – da parte sua – superare gli istrionismi del passato. La sfuriata con destinatario Platini è ancora ben fissa nella memoria dei tifosi, così come la storica fuga in motorino dopo la formulazione dei calendari. Passato: tutto alle spalle, insomma. Quel che conta – l’abbiamo detto – è il presente. Dal canto suo, l’allenatore di Figline ha recepito il messaggio. Anzi, ha fatto di più, ha snocciolato un chiarimento sulla frase di Genova: “Avevo chiesto alla società di intervenire non perché volessi lamentarmi degli arbitri, ma semplicemente perché non avevo voglia di parlarne”. Touché.
Insomma, è pace. Questo è l’importante. Fino a domani, fino alla Roma. È abbastanza, è sufficiente. È – soprattutto – una bella iniezione di fiducia.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 14 Ott 2016 - 16:54