Tre ceffoni della Roma a un Napoli imbambolato, forse ancora scosso dal grave infortunio rimediato da Milik con la sua Polonia – e di chi altro sennò? Fatto sta che Spalletti, con una semplice mossa tattica (spostando la saetta Florenzi in linea con i centrocampisti in fase di possesso) mette in crisi l’intero pacchetto tattico di Sarri e dei suoi uomini. La sconfitta – si dirà – è arrivata soprattutto “grazie” a una serie di errori individuali, un po’ come successo contro la Dea (in quel caso molto sbendata). Sì, perché quella contro la Roma è la seconda sconfitta consecutiva che fa scivolare i partenopei al terzo posto.
Fischi mischiati a timidi applausi a fine gara. La contestazione è già nell’aria (social): Sarri non va più bene; Jorginho non è un regista; Insigne prilla come una biglia, Mertens è più concreto; Gabbiadini non è una prima punta. Eppure, fino a poco tempo fa l’euforia sembrava poter dare una spinta tale da toccare il cielo – o il primo posto? – con un dito.
Va cercato un equilibrio, bisogna farlo per il bene del Napoli e di Napoli. Sballottare l’umore da un picco all’altro può solo far male, al singolo tifoso e alla tifoseria intera; al singolo calciatore e alla squadra intera; al tecnico e allo staff intero. Va cercato un equilibrio: mercoledì c’è il Besiktas, la Champions League. Una vittoria per mettere un piedino e mezzo agli ottavi. O forse siamo troppo deboli per sfidare i turchi?
SalvatoreNappo (facebook.com/salvatore.nappo.967)
Articolo modificato 16 Ott 2016 - 13:29