Arriva il big match tanto atteso, quel Napoli – Roma che dovrebbe sancire la diretta inseguitrice della Juventus e che dovrebbe essere fonte di riscatto per gli azzurri dopo la sconfitta contro l’Atalanta nel precedente turno di campionato, ma al contempo arriva netta, inspiegabile e forse quasi sospettabile sparizione di Marek Hamsik.
Il capitano partenopeo sente il profumo dell’incontro di cartello e, come ha ormai abituato tutto l’ambiente in queste situazioni, sovrappone alla sua divisa col numero 17 un mantello dell’invisibilità che più percepibile non potrebbe essere. L’assenza dello slovacco, soprattutto in partite contro avversari di un certo livello come i giallorossi, pesa come un macigno nell’economia del gioco del Napoli e infatti dal centrocampo, sprovvisto anche del fondamentale supporto di Jorginho, non arriva alcun sostegno né al reparto offensivo già orfano di Milik né a quello difensivo a cui spesso mancano le schermate della mediana. Hamsik, a dirla tutta, nella prima mezz’ora di gara prova ad incidere lavorando principalmente tra le linee e facendo forza sui suoi consueti inserimenti ma la rete di Dzeko ha un impatto spaventoso sulla sua prestazione, come se un semplice goal potesse far crollare in un attimo tutta l’impalcatura psicologica dello slovacco.
Da un capitano ci si aspetterebbe una carica fuori dall’ordinario, la forza di un capo branco che spinge i propri compagni a risollevarsi e combattere e invece Marekiaro quando di fronte si trova un avversario blasonato è il primo a tirarsi fuori dall’arena a tirare i remi in barca; pian piano scompare, di lui non resta che un’ombra sbiadita tanto che Sarri nella ripresa gli preferisce il polacco Zielinski. Le fatiche di due partite con la propria Slovacchia pesano senza alcun dubbio e potrebbero essere riconosciute anche come un alibi attendibile, ma la dissolvenza di Hamsik in situazioni decisive è un fenomeno ormai noto.