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Soccorsi sotto accusa al San Paolo, il comunicato del Napoli che fa chiarezza sull’accaduto

AGGIORNAMENTO 11.19 – In merito alla vicenda, arriva il comunicato del Napoli che mira a fare chiarezza su quanto accaduto:

In merito alla notizia apparsa su alcuni portali on line riguardante le presunte mancanze e responsabilità del personale infermieristico in servizio presso lo stadio San Paolo, la SSC NAPOLI ha richiesto a Medicina Futura Group, che gestisce l’assistenza sanitaria e di primo soccorso allo stadio, di fare chiarimenti sulla vicenda. 

Innanzitutto va precisato che la gestione del primo soccorso non è affatto affidata ad “una associazione” ma a gestirla è il gruppo Medicina Futura, tra i maggiori gruppi sanitari della regione, il cui fiore all’occhiello è la Cardiologia Interventistica.

Dopo aver letto le relazioni dello staff medico e infermieristico nonché quella della dott.ssa Maione, responsabile del servizio sanitario presso lo stadio San Paolo, Medicina Futura ci tiene a riportare la propria versione dei fatti.

Alle ore 15.08 gli operatori presenti presso il punto soccorso dei distinti superiori venivano chiamati in causa per un intervento.

Come da prassi, veniva avvisata anche la responsabile dott.ssa Maione che seguiva le operazioni dalla sala monitoraggio, tramite le videocamere presenti allo stadio, in diretto contatto (via radio) con gli operatori.

Constatate le condizioni molto gravi del soggetto si decideva, come da prassi, di trasportarlo di peso in un luogo idoneo per evitare ulteriori perdite di tempo e consentire idoneo utilizzo del defibrillatore, senza attendere il telo per il trasporto e considerata l’impossibilità di utilizzo delle barelle sugli spalti. 

Il defibrillatore, presente presso ogni postazione sugli spalti, è stato utilizzato una prima volta in spazi più adeguati quali non sono appunto gli spalti affollatissimi di uno stadio (presenti circa 10mila persone nel settore distinti), anche perché, come ogni operatore di primo soccorso sa bene, è impossibile utilizzare tali apparecchiature in situazioni di così grande assembramento di persone.

Dopo un primo intervento con il defibrillatore, il soggetto veniva affidato alle cure del dott. Morra, cardiologo in servizio presso lo stadio, che provvedeva alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Lo stesso Morra, durante il trasporto in ambulanza  provvedeva ad iniettare endovena una fiala di adrenalina.

Come da referto ospedaliero, il soggetto è arrivato in vita presso il pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, dove gli venivano iniettate altre due fiale di adrenalina prima di constatarne il decesso.

Da quanto riportato dallo staff medico di Medicina Futura, il soggetto in questione risultava già cardiopatico per un pregresso infarto complicato da arresto cardiaco.

Medicina Futura ci tiene a precisare, poi, che nei punti di primo soccorso sugli spalti dello stadio San Paolo sono presenti infermieri e soccorritori, e ogni punto è dotato di defibrillatore portatile, in piena osservanza al regolamento nazionale per la gestione dei grandi eventi sportivi.

In ciascuna delle infermerie all’interno dello stadio sono inoltre presenti, oltre che due defibrillatori,medici e infermieri, sempre in osservanza al regolamento nazionale.

In occasione del grande afflusso previsto per la partita in questione, Medicina Futura ha inoltre provveduto a far presidiare gli ambulatori da medici di altissima professionalità e grande esperienza, tra cui i cardiologi Morra e Crucio.

Proprio il dott. Morra ha gestito l’emergenza, accompagnando personalmente in ambulanza il soggetto deceduto poi presso il Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo mettendo in atto tutte le manovre rianimatorie.

10.48 – La brutta notizia subito dopo la fine di Napoli-Roma. Un tifoso azzurro, colpito da infarto sulle gradinate dei distinti, è purtroppo morto successivamente all’ospedale San Paolo.

Una tragedia evitabile? Chissà, sta di fatto che, come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, a finire sotto accusa da parte di amici e parenti dell’uomo sono stati i soccorsi che sarebbero risultati “poco tempestivi ed inefficienti”.

Resta il dolore per una persona che non c’è più, e che niente e nessuno potrà mai restituire ai propri familiari.

 

Articolo modificato 18 Ott 2016 - 11:20

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Scritto da
redazione
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