“Questo gruppo è stato caricato di eccessive responsabilità” – è un Sarri un po’ provato, quello che parla alla fine di Napoli-Besiktas, con i suoi ancora sconfitti e pronti ad essere portati in fila alla ghigliottina. Il tecnico ha preso le difese del gruppo, ma ha sottolineato un punto su cui ha più volte battuto in queste prime uscite stagionali: le responsabilità, forse eccessive, che gravano sulla sua squadra. Una squadra, sia chiaro, reduce da una brillante stagione, quella passata, ma orfana del suo giocatore migliore, quel Gonzalo Higuain volato a Torino tra i nemici bianconeri. Da quel momento il Napoli si è ricostruito, facendo scelte più che chiare: giocatori giovani, di prospettiva, che rappresentano il meglio disponibile sul mercato, stando alla linea del club azzurro, ma che avranno bisogno di tempo.
Ma in una piazza come Napoli tempo non c’è, per nessuno. Ed allora le responsabilità diventano macigni da portare e con cui fare, sempre e comunque, i conti. Il miglior psicologo non riuscirebbe a liberare la mente dei suoi pazienti da un peso così grande, figuriamoci un allenatore che può, nel suo piccolo, invitare alla calma, in attesa di tempi migliori che, parlandoci chiaramente, torneranno. Una squadra elogiata da tutta Europa come la più sexy, in un mese difficile, non può essere ridotta ad un gruppo di brocchi: è palese. Il gruppo ha sofferto, questo sì, le eccessive responsabilità, ha ragione Sarri: perché è condannato a fare bene, se non addirittura a migliorarsi, rispetto alla scorsa stagione. È condannato a non commettere, di nuovo, gli errori del passato e a capitalizzare il meglio, onde evitare che le sconfitte di oggi diventino, come è successo la passata stagione, i rimpianti di domani. È condannato a vincere, se non altro a non perdere per errori banali. È condannato a fare i conti con una piazza che tutto concede e nulla perdona ma è condannato anche ad una necessaria maturità che da un lato smentisce le parole del tecnico, dall’altro rappresenta un macigno ancora più pesante con cui fare i conti.
Esatto: la maturità del Napoli, ora come ora, è necessaria ed è la responsabilità più grande con cui Hamsik e compagni devono fare i conti perché sanno di non avere alternativa. Da una potenziale evoluzione ad una involuzione il passo sarebbe breve ed allora gli azzurri restano in tensione su questo particolare filo di un rasoio che, da sotto ha l’oblio, da sopra la gloria. Il Napoli è oggi, giustappunto, a metà, in una fase di crescita per ora in stand-by ma non del tutto bloccata anzi, contro il Besiktas a tratti è ricominciata, come dimostrano le statistiche, al di là di un risultato ingeneroso. Le responsabilità sono state, giustamente, eccessive, da grande squadra. E sembrerebbe una frase bella e fatta ma non è così: il Napoli deve entrare nell’ottica della grande squadra e non rimanere nel limbo dell’eternamente incompiuta. La prova di maturità è questa: le responsabilità siano stimoli, il cento percento diventi centodieci. Si studi qualche soluzione ma si facciano comunque i conti con la realtà: il tempo dei giochi è finito, non quello del divertimento, ma non sempre si può vincere divertendo e divertendosi. Maturare implica anche maggiore cinismo, ma questa è un’altra storia. Già la prova di maturità, ne siamo sicuri, ha i suoi contraccolpi sugli azzurri.
GENNARO DONNARUMMA
Articolo modificato 20 Ott 2016 - 22:02