A voler trovare una metafora che rappresenti il cursus decadente della difesa del Napoli ci si perderebbe in un picosecondo, immersi in un mare di varianti dialettiche e lessicali. Il tonno che si taglia con un grissino, la neve che si scioglie lambita dai raggi solari, la lama che s’inserisce nel burro. Storie di fragilità, un’etichetta da appiccicare ad un qualsiasi genere di scatolame. Storie di difficoltà latenti, palesate e ormai sotto gli occhi di tutti. Accusatori e non.
Un dato di fatto numerico e inoppugnabile indica lo straordinario (nel senso di lontano dall’ordinario) calo nelle prestazioni dei membri del reparto arretrato azzurro. Il numero è 16, quello dei goal subiti da fine agosto ad oggi. Straordinario, fuori dal comune, per una squadra che aveva viziato i propri tifosi, abituandoli a ben altri spettacoli, talvolta andando in una situazione di controllo tale da far pensare a una sorta di corazza inscalfibile. Era accaduto appena la scorsa stagione, con gli stessi interpreti, tra l’altro: il rovesciamento e la rottura con una tradizione recente appare tanto repentina quanto inspiegabile. D’un tratto fragile, questo Napoli: 16 goal non s’incassano per puri episodi. Per amnesie, errori individuali e cali di concentrazione da cancellare in tempi neppure rapidi: rapidissimi.
Mercoledì, magari: una manna dal cielo. L’Empoli di fronte, un’altra manna dal cielo. Nessuno deve sottovalutare la squadra di Martusciello, eppure quelle uniche due marcature messe a segno dagli azzurri toscani, perdipiù in una singola partita, contro il fanalino di coda Crotone, e da due difensori, lasciano ben sperare. Sì, l’Empoli può essere una medicina. Per Koulibaly, che porta ancora sul groppone le colpe per il primo goal di Dzeko, per Albiol, che magari tornerà dopo un mese d’assenza, per le conferme di Maksimovic e i riscatti di Chiriches. Per Hysaj e il suo raccapricciante inizio di stagione. A giovarne sarebbe un intero reparto.
Ah, e per Reina, che tra i pali aveva perso la bussola prima di ritrovarla a Crotone. Non è stato mica un mese semplice per Josè! S’è dovuto trovare a raccogliere per cinque partite di fila il pallone dal fondo della rete e a dover parare le copiose critiche. 24 settembre: Napoli-Chievo, l’ultima partita dai guantoni immacolati. Prima c’era stata quella straordinaria prestazione con il Genoa, l’unica nota positiva della trasferta a Marassi. Lo zero alla voce goal subiti sembra un ossimoro in questi tempi di fragilità. Magari con l’Empoli, ultimo attacco del campionato, l’etichetta “Fragile” potrà essere staccata da questa scatola ricca di sorprese che è il Napoli: magari era stata attaccata per puro errore.
Vittorio Perrone