“In campo non esistono amici” – parola di Dries Mertens nel post partita di Napoli-Empoli. Più di un messaggio, piuttosto un guanto di sfida lanciato a Gonzalo Higuain, inevitabilmente, sabato, l’obiettivo numero uno. L’amico di ieri, il nemico di oggi. Il compagno di tante battaglie che ha preferito cambiare bandiera, scelta lecita, ci sta. Ma lui no, non l’ha fatto, è rimasto al di là di soldi e acquisti, al di là della squadra. L’ha fatto per qualcosa di più, qualcosa che non ha valore e non si può comprare. La Juve sarà forte, sarà potente, ma certe cose solo Napoli te le sa regalare. Ne sa qualcosa il Pipita stesso, dato che lo stesso Dries lo scorso anno era uno dei tanti che giocava in funzione del suo destro, della sua esplosività. Ed ha contribuito, anche lui, alla trentaseiesima marcatura che ha reso Higuain di nuovo Higuain: assist per la rovesciata d’autore contro il Frosinone.
LA SFIDA AL PIPITA. Già da ieri, Mertens ha messo da parte ricordi e momenti vissuti insieme. I due erano amici, non solo compagni: si frequentavano, si vedevano anche al di là del campo. Note sono le uscite per Posillipo, a casa Mertens, del delantero argentino. Tutto cancellato, tutto dimenticato, perché sabato ciò non avrà più senso ed anche solo per una notte, in tutti i sensi, si sarà nemici. Perché ormai due sono i mondi contrapposti, due le storie, due le tradizioni. Punti inavvicinabili ed inconciliabili, capirete ancora di più perché capire la scelta di Higuain risulta ancora oggi difficile se non impossibile da capire. Intanto morto un leader se ne fa un altro, nel momento di maggior difficoltà: Mertens si è candidato ed ha già vinto.
CAPOPOPOLO – Mertens è l’anima di questo gruppo, non è una questione di ruolo ma di stimoli, che ha, evidentemente, in abbondanza. In questo momento di forma fisica e mentale devastanti, Mertens potrebbe giocare dappertutto facendo la differenza allo stesso modo. Buono per tutte le stagioni, apporto sempre fondamentale ed in avanti può esaltarsi. È certo che la Juve non è l’Empoli e che gli stimoli, e di conseguenza le soluzioni, dovranno necessariamente essere diverse ma i segnali lanciati dal belga sono forti e chiari. Se l’anno scorso si parlava della definitiva esplosione di Lorenzo Insigne, oggi invece protagonista a metà in questo Napoli, in questa stagione il quattordici azzurro ha messo da parte la discontinuità per scoprirsi uomo in più, adattabile ad ogni situazione. Quello che faceva Higuain, lo scorso anno, non in termini di reti ci mancherebbe ma a livello di apporto mentale in campo, lo sta facendo il folletto che ha scavalcato tutti nelle gerarchie, prendendosi il suo posto fisso, sempre incidendo, sempre dando il suo prezioso apporto. La sfida è lanciata, sabato occorrerà dare continuità e zittire quell’amico che ha scelto altri lidi per soddisfare il suo ego. Dimenticandosi che a Napoli, con tutte le differenze economiche possibili, c’era altro e che quell’altro continua, anche senza di lui.
GENNARO DONNARUMMA