Una partita decisa da episodi negativi. La sorte, da sempre, è benevola con gli audaci. Dote che ha arriso nel big match dello Stadium agli uomini di Allegri. Risultato in fondo bugiardo, viziato da topiche individuali, che non getta la spugna sulla prestazione di un gruppo che in campo ha dato tutto, meritando – almeno – di portare via un punto dalla trasferta in terra piemontese. Ma il responso del campo, da sempre, è giudice supremo e tanto basta.
Due goal subiti e una prestazione sontuosa dei due centrali. Un ossimoro? Per niente, poiché è sugli esterni, in particolare su quello mancino, che è nata la sconfitta. Chiriches e Koulibaly issano un vero e proprio muro. Meccanismi oliati e tempi di intervento rispettati al centesimo di secondo. Mandzukic a fine gara sarà una comparsa, Gonzalo Higuain, l’uomo partita, per cercare gloria sarà costretto ad arretrare il proprio raggio d’azione di oltre venti metri. Che sia sui palloni alti che in velocità, così come nel temporeggiare e tenere la posizione, la gloria in aerea è sempre tutta dei due centrali partenopei.
Colpo su colpo, fisico e personalità in mediana. Tante delle difficoltà arrecate dal collettivo di Sarri agli avversari sono sgorgate dai costanti duelli nella zona nevralgica. Inappuntabile il rendimento di Allan, fiato e dinamismo su ogni pallone. Una sentenza in recupero sulle seconde palle fino all’errore – purtroppo decisivo – impresso nella mancata pressione su Higuain in occasione del goal partita. Ma la nota più lieta, nel cuore del gioco, è rappresentato dal piglio da veterano di Amadou Diawara. Stella radiosa, ad eccezione dello sfortunato Arek Milik, senza timore di smentita il vero colpo del mercato estivo. Fisico, tanto. E personalità. Stimmate del giocatore vero, stoffa purissima che avvolge e accarezza, ma che sa anche colpire. Preciso nella giocata, che sia semplice o più azzardata. Presenza perentoria sul gioco aereo e capacità aerobiche con cui riesce a mordere le caviglie avversare e recuperare una mole importante di palloni. Superiorità, ecco. Accusando solo un leggero calo nel finale, ma preventivabile alla seconda da titolare.
Da Insigne a Callejon, lungo una linea continua che concede sempre il dolce retrogusto della certezza. Tanto sacrificio per entrambi, Insigne arriva all’ora di gioco stremato. Il supporto a Ghoulam è necessario, con l’algerino preda di un Cuadrado imprendbile. Tanto sacrificio e l’intuizione che regala il pari, il pallone con cui ispira lo spagnolo è da cineteca. Movimento scorto con la coda dell’occhio e destro con il contagiri a incrociare, tutto per il compagno di reparto. La carica, la voglia di crederci fino in fondo e poi l’ira, la sostituzione in un frangente cruciale della gara. Calleti, il migliore in campo, sul rettangolo verde lascia tutto. L’impronta della settima gemma stagionale. Movimento solito, letale, tra le linee e destro preciso su cui Buffon non può nulla. Velleità offensiva, ma non solo. Agli atti le continue sgroppate in fase di ripiegamento, i continui duelli mai al risparmio, riuscendo, a conti fatti, a fiancheggiare al meglio Hysaj nel vis a vìs con Alex Sandro. Chiedere di più all’ex Real sarebbe davvero troppo.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 29 Ott 2016 - 23:59