Nell’intervista odierna ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli il presidente Aurelio De Laurentiis è stato come al solito un fiume in piena, il periodo negativo della squadra che perde posizioni in campionato e in Champions League, alcuni retroscena del calciomercato estivo e i progetti su un nuovo stadio sono stati alcuni dei principali argomenti toccati in trasmissione. Proprio su quest’ultimo punto è bene soffermarsi, De Laurentiis lamentava l’anacronistica scelta di puntare su impianti di grandi dimensioni, superiori ai 40.000 spettatori quando, i dati relativi all’affluenza della Serie A TIM, raccontano medie di presenze assolutamente inferiori. Il discorso del patron azzurro porta ad una riflessione generale sull’attuale stato del calcio italiano inteso come evento comunitario vissuto in un impianto che non sia solamente formato da un campo d’erba e da seggiolini.
In generale sebbene nell’intervento radiofonico l’argomento sia stato trattato con leggera superficialità anche a causa del breve tempo a disposizione, le parole del presidente sono assolutamente veritiere, la media spettatori della Serie A è poco superiore ai 22.640 spettatori per partita stando ai dati relativi all’ultima stagione, numeri in calo cronico se rapportati dall’ultimo ventennio. Se infatti nel 1996 la Average per Game Attendance (media spettatori per incontro) era leggermente inferiore alle 30.000 unità (v. schema allegato), col passare del tempo vi è un calo costante che giustifica pienamente le parole di De Laurentiis. Anche quando confronta i dati italiani con quelli tedeschi e inglesi non dice il falso anzi, Bundesliga e Premier League hanno medie mostruose, gli unici club che non superano i 30.000 spettatori per match sono quelli che hanno stadi con capacità inferiori e non certo perché abbiano difficoltà a riempirli.
Secondo i dati forniti dalla lega, il record negativo per la stagione 2015/2016 inglese lo detiene l’Aston Villa con “solamente” l’81,4% di riempimento medio. In media la massima serie inglese e tedesca hanno numeri impressionanti, dal 2008 la Premier è costantemente oltre i 34.000 spettatori e la Bundesliga oltre i 40.000. Il Napoli non è messo male, secondo i dati forniti da Calcio & Finanza i partenopei sono il secondo club in Italia per media presenze con oltre 39.000 unità, classifica guidata dall’Inter con 46.000 posti occupati in media a gara. Insomma ciò di cui parla De Laurentiis in generale è vero, il calcio italiano è in declino costante da circa venti anni e il suo invocare realismo da parte di dirigenti calcistici e politici è assolutamente giustificato: perché parlare di grandi impianti quando il Frosinone non superava gli 8.000 spettatori e in media le partecipanti alla Serie A non vanno oltre i 22.000? Certo è che pensando localmente, ovvero alla situazione napoletana, la richiesta di rivedere verso il basso la capacità di un eventuale nuovo impianto sportivo appare antieconomica. Il presidente è un imprenditore capace e un fine amministratore quindi, parlare di uno stadio di 20.000 posti (ricordate la richiesta di giocare al Collana?) è una chiara provocazione ma il discorso generale è condivisibile e porta ad una domanda ben più preoccupante: come fare per riempire gli stadi italiani?