Tanta amarezza, perché il dominio – nonostante una buona Lazio – non è mai stato oggetto di discussione nella gara del San Paolo. Tanto Napoli, che a tratti ha ricordato la sua migliore espressione. Ecco, l’anno scorso, contro i biancocelesti fu pokerissimo, e la mole di gioco prodotta a conti fatti simile. Questa sera, al cospetto di ben 19 conclusioni verso lo specchio difeso da Marchetti, solo un goal. E quando sotto rete, tra poca sorte e ancor meno cinismo, non si colgono i frutti di quanto seminato, ogni singolo errore può essere fatale.
Ed è accaduto, a soli sessanta secondi dal vantaggio, protagonista – in negativo – Jose Manuel Reina, il peggiore in campo della sfida di stasera. Certo, gli avanti azzurri non hanno brillato come nei dati già esplicitati, né in freddezza sotto rete, tantomeno nella brillantezza con cui trovare la giusta chiave di volta in una gara che meritava tutt’altro esito, ma la topica dell’estremo difensore di Cordoba è una ferita che sanguina. E che costa due punti preziosi, soprattutto perché meritati.
Una conclusione insidiosa, va detto, ma gestibile, in particolare per un portiere delle qualità e dell’esperienza che sono proprie all’ex Liverpool. Uno spunto, quello di Keita, da domare sul proprio palo di competenza. Niente di tutto questo, palla che goffamente si insacca sotto le braccia del lìder maximo della retroguardia partenopea. La disperazione che ne segue è sua, così come dell’intero gruppo e del pubblico tutto. Un colpo duro dal quale il collettivo di Maurizio Sarri non saprà più riprendersi, non riuscendo più a ritrovare l’agognato vantaggio. Sarebbe stato l’unico, vero, intervento richiesto in una gara dove gli avversari non hanno mai, realmente, messo a repentaglio le coronarie dell’estremo difensore partenopeo. Un epilogo dal sapore aspro, che il calcio riesce spesso a regalare. E che non ha risparmiato gli azzurri negli ultimi tempi: solo due vittorie – contro Empoli e Crotone – nelle ultime otto gare. Un bottino che, alla porte dell’ultima sosta prima dell’ennesimo tour de force, assume le mosse del fardello da cui liberarsi. E in fretta.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 5 Nov 2016 - 23:59