La gara che è andata in scena contro la Lazio ha mostrato un copione da molti già visto: il Napoli domina il gioco eppure non riesce a portare via i tre punti da quello che era uno stadio inespugnabile per tutti, e adesso sembra aver perso quel fluido magico profumato d’azzurro.
Se c’è una cosa che non puoi permetterti in Italia è di giocare sempre allo stesso modo, e pensare di avere la meglio sugli avversari sempre e comunque. Far capire questo ad un allenatore con un’instancabile e ben definita idea di calcio come Sarri è più difficile che farlo capire ad altri. Con questo non vuol dire che il tecnico toscano debba cambiare modulo, come suggerito dal presidente, ma qualcosa, è evidente, bisogna che si trasformi.
Lo scorso anno le armi che portarono il Napoli a distruggere la Lazio per 5-0 – oltre ad un Higuain formidabile – furono un totale dominio del gioco a metà campo, con un’aggressività nel recuperare palloni ed un giro palla estenuante per gli uomini allenati a suo tempo da Pioli.
Se guardiamo alle statistiche della partita degli azzurri però notiamo che il dominio del centrocampo è rimasto sostanzialmente invariato sia per quanto riguarda il possesso palla (65.1% [N] – 34.9 [L] ), sia per il numero di passaggi, dato in cui gli uomini di Sarri hanno praticamente ‘doppiato’ gli avversari (594 [N] – 282 [L]), eppure questo non è servito per portare a casa i tre punti.
Come fare allora? La possibilità potrebbe essere quella di subire un po’ di più il gioco avversario per far si che il centrocampo avversario muova le proprie posizioni ed il possesso palla non risulti sterile e monotono. Se fai sì che giocatori come Parolo e Milinkovic-Savic non debbano muoversi più di tanto per arrivare sul pallone, allora questi compensano con il fisico la mancanza di atletismo e di velocità (9 palloni recuperati in due); diversamente se la squadra partenopea riuscisse ad allungare il centrocampo avversario potrebbe certamente avere delle situazioni alternative.
Inoltre bisognerebbe sfruttare maggiormente le fasce, senza per forza affidarsi ai tagli senza palla di Callejon, che ad oggi rimangono comunque l’arma più pericolosa che il Napoli mostra sul terreno di gioco. Sviluppare il gioco sulla fascia vuol dire anche palloni buttati dentro l’area nella speranza di una deviazione, una spizzata o un inserimento dalle retrovie. Con Milik sarebbe più semplice è ovvio, ma la sua assenza non può essere un alibi per tutto: si può e si deve fare di più, a partire dalla prossima gara. Adesso non si può davvero più sbagliare.