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Copertina Calcio Napoli

CdS/ Mazzarri: “Watford come Napoli per una serie di motivi. Nei quattro anni in azzurro abbiamo reso campioni Hamsik, Lavezzi e Cavani! Ho scelto Watford per cinque motivi”

Walter Mazzarri, ex allenatore del Napoli e attualmente al Watford, ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini dei colleghi del Corriere dello Sport, soffermandosi su una serie di argomenti, compreso, ovviamente, il Napoli. Queste le parti più interessanti: “La mia vita a Watford non è molto diversa da Napoli e Milano. Cambia il clima. Passo la mia vita tra casa e campo, arrivo la mattina e torno a casa verso le sei-sette del pomeriggio: come a Napoli e Milano, appunto”.

“Ho scelto il Watford per cinque ragione: 1) con Pozzo avevo avuto diversi contatti negli anni ma non eravamo mai riusciti a concludere; 2) in Italia avevo dimostrato tutto; 3) avevo, quindi, bisogno di altri stimoli; 4) quando con il Napoli ho incontrato Manchester City e Chelsea sono rimasto affascinato dall’ambiente, dagli stadi; 5) la Premier League è il campionato più importante del mondo. Scegliere Watford non è di certo un passo indietro, qui vivo la stessa situazione che ho vissuto a Napoli nel 2009, con gli azzurri tornati in A nel 2007: siamo cresciuti insieme, io e il club. Si iniziava un ciclo, proprio come qui a Watford. Ecco perché ho firmato per tre anni”.

“A Napoli i risultati più importanti sono arrivati dopo il primo anno, e anche qui sta andando bene. Corsa scudetto? Chiaramente la Juve ha un passo in più, ma il calcio riserva tante sorprese. Napoli e Roma sono due belle squadre e giocano un buon calcio. Il mio Napoli peccava di distrazione, ma nessuno ricorda che avevo una rosa molto giovane. La crescita fu costante, una vera e propria escalation. Grazie al lavoro che facemmo in quei quattro anni, fino all’arrivo in Champions League ora il Napoli ha maggiore appeal sui calciatori”.

“Quando fui assunto dal Napoli, Hamsik aveva 22 anni e un’esperienza limitata, così come Lavezzi che ne aveva 24 e Cavani, appena arrivato dal Palermo, ne aveva 23. Erano giovani, ma di prospettiva importante. La nostra cavalcata li ha aiutati a diventare i campioni che ora sono”. 

 

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Scritto da
redazione