Il terzo tour de force della stagione metterà alla prova le capacità e le qualità degli azzurri da un punto di vista fisico, ma soprattutto mentale. Il Napoli si gioca tanto, sia in campionato che in Champions League, a partire dalle sfide contro Udinese e Dinamo Kiev: il futuro è ora. E le otto sfide in trentatré giorni dal 19 novembre al 22 dicembre, prima della pausa per le feste natalizie, rappresentano la prova di maturità, non solo per i cosiddetti “titolari” ma anche per gli elementi che, in questo primo scorcio di stagione, non hanno trovato grande spazio.
A partire da Giaccherini che non sembra essere entrato – come ci si aspettava – nelle dinamiche del gioco partenopeo. Ma non solo. I zero minuti in campo per Tonelli e per Rog fino a ora pesano. Serve un cambio di rotta sui due calciatori perché l’apporto di ogni singolo elemento, in questi casi, può fare la differenza.
Soprattutto per quanto riguarda Rog il discorso diventa particolarmente interessante. Non ha mai visto il campo fino a ora, e Sarri ha più volte sottolineato l’importanza di prepararlo a dovere prima di lanciarlo nella mischia. Ora, però, serve un passo avanti anche da parte del mister, perché non si può sperare di lanciare un calciatore solo a schemi perfettamente assimilati, e poi perché certe risposte le sa dare solo il campo. In ogni caso, non si parla di uno sprovveduto. Giovane sì, ma non di certo con poca esperienza. Il centrocampista croato ha dalla sua le già tante presenze in ambito internazionale, da un punto di vista di club (62 presenze e 11 goal) ma anche di Nazionale. Sono, infatti, quattro le presenze dell’ex Dinamo Zagabria con la maglia dei Vetreni.
Insomma, l’esordio di Rog non può più essere rimandato, viste anche le sue capacità fisiche e tecniche. Un contributo che può tornare utile in questo terzo tour de force. Il Napoli si gioca tutto, e qualcosa se la gioca anche Marko Rog. Il futuro è ora e non può più essere rimandato.
Nappo Salvatore