Udine evoca brutti ricordi ma la vittoria può valere doppio: Napoli, non può piovere per sempre

Non può piovere per sempre. E questo i tifosi del Napoli lo sanno, o perlomeno se lo augurano. La città di Partenope s’è risvegliata da un paio di giorni con la pioggia: essa domina lo scenario di una regione di spazio che solo la luce del sole sa valorizzare. La pioggia, però, contiene un messaggio: è una metafora che esplicita alla perfezione in natura il periodo attraversato dalla Napoli del pallone. Piove. Eppure qualche raggio di sole si è registrato domenica, giorno destinato al calcio giocato (malgrado la sosta). E qualche altro raggio è apparso proprio in coincidenza del San Paolo la scorsa settimana, immortalato in uno scatto che ha fatto il giro dei social.

No, non può piovere per sempre: magari quell’acquazzone metaforico che ha investito il Napoli cesserà già mentre i ragazzi in azzurro saranno impegnati alla Dacia Arena di Udine. Ah, quanto sarebbe importante vincere in Friuli! Perché i calciatori in fin dei conti non sono altro che umani. Con sogni, emozioni, passioni e una psiche. Sì, vincere ad Udine sarebbe una scossa notevolissima sul piano psicologico, forse quello più malandato tra i ragazzi di Sarri. Iniziare il tour de force post-sosta con tre punti in saccoccia solleverebbe non poco il morale di un gruppo piuttosto demoralizzato: d’altronde il rientro dall’ultima interruzione causa nazionali non fu dei più piacevoli: l’infortunio di Milik e il k.o. interno subito con la Roma hanno dato il “la” ad un periodo di carestie: altre due sconfitte (Besiktas e Juventus), due pareggi (Besiktas in Turchia e Lazio) e due magre soddisfazioni contro Crotone ed Empoli. Poco il raccolto. Tanto, invece, il malumore.

Ecco, quello che si presenterà alla Dacia Arena sarà un Napoli scosso nell’orgoglio e nello spirito. Un Napoli pronto a reagire, si spera. Farlo proprio in Friuli potrebbe valere doppio: cancellerebbe, infatti, un tabù che resiste dal lontano 2007. A 9 anni fa risale l’ultima vittoria dei partenopei: Reja e i suoi ragazzi, al ballo dei debuttanti in massima serie, conquistarono il bottino pieno con un fragoroso 0-5. Di lì in poi, il buio: Udine è terra di scoppole, è l’equivalente delle forche caudine per i romani: brutti ricordi. Maleventum, però, è diventata Beneventum: sabato si può invertire la rotta e capovolgere una tradizione che dura dal 2007. Negli ultimi 9 anni il Napoli ha strappato quattro pareggi e incassato altrettante sonore batoste, la più recente e celebre quella dello scorso aprile: 3-1 contro un’Udinese in crisi di risultati e fresca di avvicendamento in panchina, le staffe perse da Higuain e la corsa scudetto salutata definitivamentehiguainudinese

Sì, vincere ad Udine è importante: vale doppio, forse triplo. E forse è un bene che questa trasferta così storicamente ostica capiti proprio in un periodo così difficile: le statistiche in tempi di crisi e dubbi sono verità inconfutabili ma possono essere ribaltate. Sì, ribaltare. O invertire. I modi per esprimere il concetto abbondano. Ne basta uno: non può piovere per sempre. E il sole, prima o poi, dovrà spuntare anche dalle parti di Napoli.

Vittorio Perrone
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