C’è un problema. Anzi, probabilmente più di uno. L’attacco, certo. Il portiere, forse. I risultati, soprattutto. Epperò il cruccio più grande riguarda il Napoli in trasferta: il rendimento lontano dal San Paolo preoccupa. E preoccupa tanto, per giunta. Perché i numeri dei ragazzi di Sarri non rispecchiano quelli di una squadra da Champions. 2 vittorie, altrettanti pareggi e lo stesso numero di sconfitte. Per un totale anonimo di appena otto punti conquistati.
La trasferta di Udine, insomma, assume sfumature e contorni molto più importanti rispetto ad una gara normale. C’è da vincere, poche scuse: altrimenti la voce di un mal di trasferta passato finora inosservato girerebbe con insistenza. E, soprattutto, s’insinuerebbe come un tarlo nelle già dubbiose menti dei tifosi partenopei. Quindi sì, c’è da vincere. Gli unici successi fuori casa, d’altronde, sono arrivati in gare tutt’altro che proibitive. Palermo e Crotone: rispettivamente ultima e penultima della graduatoria. Poco, pochissimo.
Ancora meno, considerando i deludenti pareggini di Pescara e Genova (sponda rossoblu). E le sconfitte di Bergamo e Torino? Doloroso anche solo parlarne. Il Napoli vince al Sud, potremmo goliardicamente asserire alla vista di questi numeri. Ma un problema, a conti fatti, c’è. Quella di Sarri non è una squadra da trasferta, paga spesso un atteggiamento errato e leggerezze talvolta imperdonabili. Come quella di Ghoulam con la Juventus, ad esempio. O il patatrac tra l’algerino e Maksimovic sul goal di Petagna.
In campo europeo la situazione migliora non poco: una vittoria e un pareggio a zonzo per l’Europa. Cinica quella conquistata a Kiev, con l’ormai malinconica doppietta di Milik decisiva. Forse è proprio quello il limite più grande del Napoli: l’incapacità di vincere le partite sporche. Una qualità che in trasferta serve come il pane. Qualità da cui, soprattutto, le grandi squadre non possono prescindere: la Juventus, in questo senso, insegna. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Il Napoli no, preferisce l’estetismo talvolta fine a se stesso. Certo, il bel gioco paga, eppure talvolta serve di più vincere con la proverbiale “cazzimma”.
Sì, in Europa la situazione migliora, anche perché il miglior Napoli ad Istanbul avrebbe vinto. Ci metteremmo la mano sul fuoco. Eppure, attenuanti considerate, il pareggio nell’infuocata Vodafone Arena resta un risultato da accogliere con un sorriso. Lisbona sarà giudice degli azzurri, eppure il limite temporale è tutto rivolto ad Udine. Lì conterà soltanto vincere. Altrimenti parleranno i numeri: e no, non parleranno affatto bene di questo Napoli formato trasferta.
Vittorio Perrone
Articolo modificato 18 Nov 2016 - 09:00