Forse i fantacalciofili nostalgici di epoche mai vissute resteranno delusi, ma non sempre le pagelle di Maradona sono state eccellenti così come si è portati a credere. Proprio contro l’Udinese – prossima avversaria del Napoli – , nel 1990, anno del secondo scudetto azzurro, Diego si beccò addirittura 3,5. D’accordo, fa uno strano effetto, perché un asso come Maradona di regola doveva poter contare, per quanto avesse giocato male, non sul cosiddetto “voto di stima” (6), bensì sul “voto di ammirazione” (7); eppure in una fredda domenica di gennaio, nella tribuna stampa dello stadio Friuli, un giornalista campano decise di andare contro la Chiesa.
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A vestire i panni del censore fu il compianto e stimato giornalista del Mattino Giuseppe Pacileo, talmente ‘infastidito’ dall’atteggiamento strafottente esibito in campo dal fuoriclasse argentino, che non resistette alla tentazione di dargli addosso. “Dovrebbe vergognarsi. I suoi compagni sputavano sangue e lui se la guardava“, questa, più o meno, la motivazione posta a sostegno della bocciatura. E pensare che quel 3,5 avrebbe potuto essere 2. Già, perché il grande cronista partenopeo qualche anno dopo interpellato sul curioso episodio, spiegò che diede a Diego mezzo voto in più per il rigore trasformato e un voto in più per l’assist che valse il pareggio nei minuti finali.
Udinese-Napoli 1989-90. Sì, avete capito bene. Un Maradona estremamente insufficiente contribuì in maniera determinante ad evitare la sconfitta degli azzurri, che a Udine erano sotto di due reti. Prima trasformò alla sua maniera un rigore, e poi, nel finale, propiziò il gol di Corradini con uno dei suoi soliti cross effettuati in un fazzoletto d’erba tra decine di gambe avversarie. Quello era un Napoli che non esprimeva un gran gioco, ma che aveva fame, e alla fine vinse lo scudetto anche perché riusciva a vincere o pareggiare partite che si erano a dir poco complicate.
Udinese-Napoli 2016-17. Tornando ai giorni nostri, spesso – e a ragione – si dice che il Napoli di Sarri vince solo quando riesce a giocare bene, quando sfodera la prestazione da 8. Questa è una sacrosanta verità. Tuttavia, proprio in un momento delicato come questo, in cui tra errori e sfortuna le cose non vanno per il meglio, anche gli esteti più convinti non si offenderebbero se qualche volta gli azzurri facessero risultato pieno con una prestazione da 3,5. Anzi, a dirla tutta, pur di vincere a Udine (leggi qui per le probabili formazioni) andrebbe bene anche una prestazione da 3. Come i punti che servono.