Cavani Higuain Milik, questi tre nomi nell’immaginario della società azzurra, degli allenatori e dei tifosi evocano ricordi estremamente positivi. I primi due hanno fatto la storia del Napoli in Serie A, il terzo era in procinto di crearne una nuova. Nel match tra Polonia e Danimarca disputato l’8 ottobre, l’attaccante polacco però ha subito la rottura del legamento crociato che ha fermato la sua stagione. 4 goal e un assist in campionato, altri 3 goal in Champions League facevano prevedere un’annata di vertice per Arek Milik. La dipartita del numero 99 ha sconvolto i piani di mister Sarri. I suoi goal, la sua prestanza fisica e i suoi movimenti mancano a tutta la squadra ma andiamo con ordine.
Cavani Higuain Milik, i numeri da record
Edinson Cavani fu il primo calciatore del Napoli a vincere la classifica dei cannonieri di Serie A dopo Maradona, correva l’anno 2013 quando chiudeva il campionato con 29 marcature. Nella sua avventura portò in dote alla squadra 104 reti in 138 partite, numeri che lo fecero entrare di diritto della top 10 dei marcatori azzurri di sempre. Gonzalo Higuain non è stato da meno, con le 36 marcature della scorsa stagione è diventato il più prolifico cannoniere della storia della massima lega battendo un record che perdurava da sessantasei anni.
Il suo “dono” a tifosi e compagni è stato di 91 reti in 146 presenze. Senza dimenticare che ha riempito le casse societarie con una maxi-cessione da 90 milioni di euro. Arkadiusz Milik aveva fatto ancora meglio, 7 goal in 9 apparizioni con una media goal/minuto superiore a quella dei due suoi predecessori. Il campo non mente però, quando la punta di riferimento manca le prestazioni della squadra crollano vertiginosamente. La punta centrale nel Napoli è stata sempre un perno che impostava l’azione offensiva, pressava i difensori e i centrocampisti avversari oltre a finalizzare.
Meno Milik, più goal subiti
L’infortunio di Raul Albiol è stato un macigno sulla tenuta difensiva del Napoli, sottovalutare però la mancanza dell’attaccante di riferimento sarebbe superficiale. La dipartita di Milik ha portato alla mancanza del primo pressatore, in ordine di tempo, della compagine di Sarri. Prive di un attaccante a infastidirle, le difese e i centrocampi avversari si sono fatti sempre più aggressivi.
I sostituti del polacco, Gabbiadini prima e Mertens poi, hanno dimostrato di non avere lo stesso peso in fase difensiva. Tra Champions e campionato il Napoli ha subito dall’8 ottobre ben 12 reti, lo scorso anno ne aveva subite 15 dall’inizio dell’anno a dicembre. Come non ricordare i ripiegamenti difensivi di Cavani e il goal contro la Juve di Higuain grazie ad una palla rubata su Hernanes. Consultando i dati forniti dalla Serie A, emergono anche le pecche in fase offensiva. Milik in soli 442 minuti aveva creato 14 azioni da rete, Hamsik in 1048 minuti ne ha create 12, Callejon 20 ma in 1116 minuti. Non è un caso che in questi ultimi turni di campionato il Napoli abbia vinto solo con Crotone, Empoli e Udinese, tra le squadre più deboli della lega.
Insomma Sarri e la squadra hanno assolutamente bisogno di una prima punta. Una punta che sappia imporsi fisicamente sia in fase offensiva che in fase difensiva, a gennaio bisogna dare una svolta alla stagione e per farlo serve un bomber vero.