Le pagelle di Napoli-Inter: Hamsik e Zielinski, passaggio di consegne ed emozioni a fior di pelle. Reina redivivo, Callejòn è un “coltellino svizzero”

Reina 7.5: Provvidenziale, da leader carismatico e redivivo. Icardi tenta la riscossa, l’Inter s’affida al suo capitano già nel primo tempo. Porta sbarrata, una novità: entrambe da felino. Reattivo e pronto, in uscita bassa così come quando c’è da staccare da terra. Tornato? Boh, chissà. La continuità è la chiave del successo e se Reina dovesse tornare ad avere confidenza con questa caratteristica aumenterebbero le chance di rivedere il portiere ammirato in passato.

Hysaj 6,5: Imperioso, funambolico, onnipresente. Le caratteristiche positive si sprecano nella notte del San Paolo, torna a martellare senza subire troppo. Certo, le sbavature non mancano: qualche segnale di cedimento si avverte a cavallo tra primo e secondo tempo. Poi, però, recupera le misure. Che il peggio sia definitivamente alle spalle? Esce per una botta subita (Dal 61′ Maggio 6: Tiene bene senza strafare. Gregario compiuto).

Albiol 6: Il rientro è una manna dal cielo, la sua figura longilinea s’era potuta ammirare soltanto con la Dinamo Kiev nelle ultime battute stagionali. Merita la pienezza della sufficienza: attento, preciso e composto, come solito, eppure si prende un rischio troppo grande per uno della sua esperienza. Quel pallone regalato ad Icardi sarebbe stato un conto troppo salato da pagare.

Koulibaly 6,5: Solito Koulibaly, energumeno di difesa rude ma al tempo stesso elegante nelle uscite palla al piede. Qualche amnesia che poteva costare caro non sottrae valore alla prestazione: è una certezza lì dietro e lo conferma partita dopo partita. Splendido per estetica ed efficacia l’intervento in anticipo su Icardi. Da preservare come un oggetto prezioso sino alla trasferta portoghese.

Ghoulam 6: Il funambolo algerino bada al sodo quando chiamato in causa. Spinge con cautela e tenta di difendere con attenzione. Candreva sfila in via in un paio di situazioni che poteva gestire meglio. Nel complesso non sfigura, porta a casa la pagnotta e fa capire quanto peserà la sua assenza da gennaio in poi.

Zielinski 7,5: Non basterebbero tutti gli aggettivi positivi nel mondo per descrivere la sua prestazione. Forse uno: sorprendente. Gli occorrono due minuti per rubare la scena a tutti. Il destro di prima intenzione è un urlo liberatorio che si configura nella gioia del San Paolo. La ciliegina sulla torta d’un’azione magnifica. E l’assist confezionato ad Hamsik merita d’essere dipinto ed esposto al Louvre. Finalmente questo bruco si è trasformato in una bellissima farfalla: chapeau per il tempismo, Piotr: Napoli è già tua.

Diawara 6: Quando gli concedono l’onore di impostare salta subito all’occhio una caratteristica: sembra inserito in questa rosa da anni. S’è integrato alla perfezione, questo diciannovenne precoce. E lo dimostra nella disinvoltura con cui fa girare il pallone a mo’ di torello. Il pelo nell’uovo si può trovare: quando l’Inter tenta la riscossa d’orgoglio fa un po’ di fatica ad accorciare. Caratteristica che, però, saprà affinare con il tempo.

Hamsik 7,5: O Capitano, mio capitano. Di goal, applausi e giocate sopraffine non è mai sazio. Questione d’amore. Hamsik fa emozionare e s’emoziona come un bambino nel giorno di Natale. Vangelo calcistico, quello che sgorga dai suoi piedi. Parola di Marek, tutti seduti ad ascoltare, ammirare ed applaudire. Inserimento e goal sono da manuale, il passaggio confezionato dall’erede Zielinski è sublime. Un passaggio di consegne, quello tra Marek e il polacco, che riporta alla mente la storia di un ragazzo arrivato ventenne nell’estate del 2007. Passato, presente e futuro. (Dal 76′ Marko Rog s.v. Finalmente l’esordio tanto atteso, sotto gli occhi di ADL e di un San Paolo in festa. Benvenuto, Marko. Non t’emozionare: c’è ancora tanto da dire, fare, mostrare).

Callejòn 7: Il coltellino svizzero di Maurizio Sarri. Fa tutto. E, soprattutto, fa tutto bene. Corre, lotta, crea, calcia, assiste e difende: è perfetto nella sua completezza calcistica. Neo-papà: l’augurio migliore dai tifosi, ricambiato da una prestazione alla Callejòn. Se non esistesse, dovrebbero inventarlo. Eppure Callejòn esiste, è concreto in ogni giocata e in ogni movimento. Titolare inamovibile a dir poco, da inserire di corsa nella valigia per Lisbona. Di certo, riuscirebbe a infilarsi anche lì.

Gabbiadini 6,5: Serviva una prestazione d’orgoglio, un moto che potesse mettere in chiaro la presenza considerevole di Manolo. Sì, confermiamo: lui è vivo e vegeto, presente e scalpitante. Lotta, difende, si gira e tenta anche qualche conclusione. I guantoni di Handanovic sono un valido opponente, eppure i segnali sono tutti positivi e vertono in un unico senso: il goal – di questo passo – arriverà. Mano sul fuoco.

Insigne 6,5: Momento positivo confermato da un goal. Rocambolesco, certo. Non bellissimo, vero. Eppure da lestofante dell’area di rigore, caratteristica che è mancata in tutto l’avvio di stagione. Rapido nel girare la palla a rete, fulmineo nel pietrificare Handanovic come neppure Medusa avrebbe saputo fare. Quarto goal in quattro partite: è tornato, finalmente. Così come s’è ritrovato il Napoli. Definitivamente, stavolta. O almeno si spera. (Dal 58′ Giaccherini 6: Lavoro da gregario, lotta, spalleggia Gabbiadini e tenta qualche incursione. Adempie ai suoi incarichi e segue i dettami del mister: in estate era stato preso proprio per questo motivo. Un operaio tuttofare come lui è il desiderio di molti allenatori).

Sarri 7,5: Quei cinque minuti straripanti partono tutti da lì, dalla mente geniale del generalissimo in panchina. Il Napoli di stasera è bello, nel senso più vero del termine. Esplode da tutte le parti e lascia implodere l’Inter. Divora la sua preda in avvio come un branco di cannibali, assiste all’avversaria che tenta di riorganizzarsi colpendola una terza volta. Questo è il Napoli migliore: bello ma anche spietato. Lascia poco per strada, trova tanto, tantissimo sul suo cammino. Tre punti che valgono oro in chiave risorgimento: il Napoli c’è e lancia un segnale importantissimo.

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