Hamsik: campione universale. Corre, smista palloni, suda, rincorre avversari. Va in goal. E poi ancora: corre, smista palloni, suda, rincorre avversari. Va in goal. E poi ancora, e ancora, e ancora. È la stella del Napoli, per una serie di motivi che a elencarli tutti si fa notte. Il capitano, l’orgoglio di una città. Un gioiello prezioso.
Questo post in breve
Hamsik è tutto questo, e molto altro. Anche contro l’Inter, capitan Marek ha diretto l’armata azzurra, l’ha guidata. Si è caricato sulle spalle un gruppo ricco di qualità ma demotivato da risultati che da tanto, troppo tempo non erano favorevoli. Dal primo giorno in maglia azzurra in molti lo hanno accusato di scarsa personalità, abituati, o costretti ad accettare quei cagnacci che sul rettangolo verde urlano, sbraitano contro tutto e tutti. Non di certo dei campioni di etica, né tantomeno di estetica. Marek non è quel tipo di calciatore e di persona. Carisma e innocenza sotto un azzurro dilagante.
Di questi centoquattro, sei sono arrivati quest’anno. E c’è un dato che fa riflette e, allo stesso tempo, dà risposte. Dei sei goal messi a segno finora in questa stagione, cinque sono stati realizzati con il suo piede debole. Il sinistro. Il mancino. Quel piedino lì, quello fatato. Quello che per i napoletani non è un piede come un altro. Un goal di testa, e cinque di sinistro. Tracotanza tecnica da vero leader. Cinque vittime abbattute dal suo sinistro: Palermo, Chievo, Lazio, Inter e, in Champions League, Besiktas.
17 come numero di maglia, e cinque goal di sinistro. Gli amanti della smorfia napoletana rischiano di impazzire di fronte a questo fenomeno. L’unico vero calciatore universale di questo Napoli. L’unica vera bandiera di questa Napoli.
Nappo Salvatore