CAGLIARI-NAPOLI, LA LAVAGNA TATTICA – Superiorità numerica in ogni zona di campo e palleggio rapido: le chiavi della vittoria azzurra

Cagliari-Napoli ha regalato tante emozioni e una serie di spunti interminabili. Gli azzurri dominano la gara dal primo all’ultimo secondo, senza lasciare quasi mai spazio ai padroni di casa per cercare di impostare una sorta di rimonta. Gioco spumeggiante ottenuto con quelli che sono ormai i cardini della filosofia del Napoli: reparti compatti; superiorità numerica in ogni zona di campo; palleggio rapido; attacco agli spazi; improvvise verticalizzazioni e accelerate. E pensare che fino a qualche settimana fa c’era chi parlava di crisi di gioco.

CAGLIARI-NAPOLI, LA LAVAGNA TATTICA

Il Napoli prende il controllo della gara fin dai primissimi minuti di gioco, riuscendo a palleggiare in uno – massimo due tocchi, trovando costantemente le rotazioni degli interni di centrocampo e degli esterni alti e bassi.

Nonostante il Cagliari provi a chiudere ogni linea di passaggio, gli smarcamenti continui alle spalle del reparto avversario più vicino alla palla consente agli azzurri di creare sempre nuove traiettorie di smistamento palla.

La base del possesso degli azzurri è sintetizzabile in due immagini che chiariscono quelli che sono i principi elementari che servono a ottenere palleggio pulito e rapido:

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L’immagine mostra la capacità degli azzurri nell’andare a comporre sempre la superiorità (ed è così per tutta la gara): 4vs2 con tre soluzioni di passaggio per il possessore
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Jorginho ha tre soluzioni di passaggio: le due frecce nere sono dette “soluzioni di appoggio”, mentre la freccia arancione è la cosiddetta “soluzione filtrante”

Questi concetti, che all’apparenza possono sembrare di poco conto, sono la base del possesso degli azzurri. Il tutto, ovviamente, ottenuto grazie anche alle capacità dei singoli. Una scarsa tecnica e poca rapidità di lettura della situazione di gioco non consentirebbe tale ritmo e tale precisione.

Altro aspetto di fondamentale importanza e che può chiarire in modo preciso quanto poco conti soffermarsi su sistemi di gioco, è quello legato alla bravura del Napoli nel modularsi – via via – in modo sempre diverso in base alla zona di campo:

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In zone basse di campo, il Napoli si schiera con un 3-4-3, con gli esterni bassi che si spingono sulla linea del centrocampo, mentre il vertice basso (Jorginho in questo caso) si abbassa (ancoràggio) tra i due centrali di difesa
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Palla in zone alte di campo: si passa a una sorta di 4-2-4. Uno dei due interni (in questo caso Hamsik) si allinea con i tre attaccanti per cercare di creare parità numerica nei pressi dell’area di rigore avversaria. Restano in impostazione l’altro interno (Zielinski) e il vertice basso (Jorginho) con l’aggiunta degli esterni bassi

L’IMPORTANZA DELLA PRIMA RICEZIONE PALLA

Protagonista indiscusso della sfida al Sant’Elia è Dries Mertens che con una tripletta ha indirizzato in modo deciso la gara. Un aspetto che viene subito all’occhio osservando con attenzione è la capacità del belga nello scegliere sempre la ricezione giusta. Questo gli consente di creare linee di passaggio o di tiro, oltre a sfruttare i corridoi non visibili altrimenti con altre ricezioni:

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Anche prima del goal del vantaggio azzurro, Mertens lavora costantemente sulla ricezione palla. In questo caso, i due fotogrammi mostrano come con una ricezione aperta il belga si sia creato una linea di conclusione in porta

E anche in occasione del goal, la prima ricezione fa la differenza perché serve a mettere fuori gioco l’avversario diretto non dandogli modo di “organizzare” la contrapposizione:

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In questo caso, è la ricezione chiusa (freccia nera) a mettere fuori causa il diretto avversario. Dopo la ricezione chiusa, Mertens riesce a ruotare e a trovare – in pochissimi secondi – la linea giusta per concludere a rete e battere Storari

Salvatore Nappo

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