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Il rigore dell’addio: Gabbiadini si congeda nel modo migliore dal Napoli

Tra rimpianti ed occasioni sprecate, quella con la Fiorentina rappresenta probabilmente l’ultima tappa in azzurro per Manolo Gabbiadini. Spesso criticato per il suo piglio invogliato e per la scarsa verve offensiva, il ragazzo di Calcinate si è saputo congedare come meglio non poteva. Un rigore che ha scacciato molti fantasmi, per il Napoli e per lui. Ma soprattutto per lui, perché prendersi una responsabilità del genere con già le valigie pronte non è facile. Per tirare un rigore all’ultimo secondo ci vogliono gli attributi, specie in una situazione di svantaggio: e lui ha dimostrato di non avere paura.

Rigore Gabbiadini: la giusta dose di freddezza

Diciamoci la verità poi, tutti siamo un po’ sobbalzati quando l’abbiamo visto recarsi sul dischetto. Vuoi per una sfiducia che molte volte è stata anche reverenziale nei suoi confronti, vuoi perché Mertens sarebbe stato il designato ideale a calciarlo, i cattivi pensieri sono iniziati a fluire. Ma Manolo ha dimostrato il suo valore. Sì perché tutto si può dire delle abilità tecniche, della propensione a giocare in attacco, del fatto che non abbia l’impatto giusto quando viene schierato; ma non si provi a dire che non sia uno che ci mette la faccia. Tirare un rigore all’ultimo secondo, con la pressione e le tante delusioni accumulate non è proprio una passeggiata. E non è nemmeno facile psicologicamente.

Il carattere

Spesso è stato tacciato di non avere carattere. Invece è il contrario. Il carattere, la personalità, il coraggio a lui non mancano. Manolo sa assumersi le sue responsabilità, sa cosa significa vivere all’ombra di grandi campioni da gregario senza incidere e conosce pure il peso della sconfitta derivante da tutte le occasioni sprecate. Eppure mai una parola fuori luogo, mai un’uscita di scena polemica, mai un atteggiamento sbagliato. Perché a volte si dimentica che si può essere grandi anche così. Si può essere grandi anche calciando un rigore, quando chiunque altro nella sua situazione se ne sarebbe infischiato ampiamente. Allora ecco la precisione e la freddezza di tirarlo nell’angolino basso. Il flashback di un’esperienza che ricorderà a lungo, che poteva essere un grande trampolino di lancio. Ma ora non è il tempo dei rimpianti…

 

 

Articolo modificato 23 Dic 2016 - 01:30

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Scritto da
redazione