“Caro Maurizio Sarri, che anno quest’anno. Il 2016 è stato ricco di grandi sfide, di traguardi raggiunti. Di altri solamente sfiorati. L’avventura con il Napoli, iniziata l’11 giugno del 2015, regala fin da subito gioie e dolori. Il primo abbraccio con Gonzalo Higuain, i primi approcci con il calore del pubblico azzurro. Un sogno che si realizza, per te che hai calpestato terreni di ogni categoria e di ogni genere: dai campi in terra battuta al San Paolo. Una cavalcata degna di un maestro di calcio.
Caro Sarri, che anno il 2016. Per sette gare consecutive in testa al campionato. Un titolo che vale tanto, pur non valendo niente: campione d’inverno con il Napoli. Non accadeva da una miriade di anni. Il calcio spettacolare insegnato e, poco a poco, assimilato dai tuoi ragazzi inizia a dare i primi veri frutti. Gli espertucci da due euro che ti davano del provinciale finiscono nel dimenticatoio. Il Napoli incanta, travolge, affascina. Esalta. Poi, però, tornano le amarezze. La sconfitta di Torino il 13 febbraio segna la fine del dominio al vertice della Serie A. Il resto è storia. Fino alla sfida, ancora contro il Frosinone che regala l’accesso alla Champions League.
Caro Sarri, e quel rinnovo: quante turbolenze durante il viaggio che porta al prolungamento dell’accordo con De Laurentiis. Ma quello, e tu lo sai, è soprattutto un accordo stretto con tutta Napoli e con i napoletani. C’è da prendersi quel tricolore che manca dal 1990. Lo dovrai fare senza Higuain, ma con Milik e con una rosa migliorata in ogni reparto. C’è una Juve stellare da superare. I risultati e l’infortunio di Milik non ti aiutano di certo. Ma tu sei uomo di campo, non conosci nient’altro che il lavoro sul rettangolo verde.
Caro Sarri, l’esordio in Champions League. Cosa può significare tutto questo solo tu puoi saperlo. Dai campi di periferia della Toscana al palcoscenico della Champions. Se non si è maestri di calcio non si può arrivare a così tanto. Così in alto. Esordio e vittoria: cosa vuoi di più dalla vita. Poi Benfica, Besiktas. Ancora Besiktas, Dinamo. Tutto si complica. Ma a Lisbona si taglia il traguardo degli ottavi. Ancora una volta, zittisci tutti con prestazioni, gioco e risultati.
Qualcuno ti accusa di essere sempre a caccia di alibi. Se solo sapessero che sono solo insicurezze di un uomo di calcio che, nonostante i vent’anni passati sui campi, nonostante i 57 anni, è ancora alla ricerca della perfezione. E sarà così all’infinito. Se solo sapessero che i dubbi che attanagliano la tua mente sono il sale dei tuoi insegnamenti. “Difesa troppo alta”, “sempre gli stessi uomini in campo”, “gioco troppo prevedibile”. Tutti esperti, ma nessuno c’ha ancora capito nulla del tuo calcio.
Caro Sarri, il 2016 è stato l’anno del calcio perfetto. Che possa, il 2017, essere l’anno anche dei trofei. Che tu meriti, che Napoli merita. Che la dirigenza merita. Nel frattempo, grazie per la gioia che regali nel veder giocare il tuo Napoli. Il nostro Napoli”.
Salvatore Nappo